Google promuove la vendita di carne di balena e avorio sullo shopping giapponese

1.400 annunci di prodotti a base di balena e fino a 10.000 riguardanti prodotti in avorio, provenienti da elefanti uccisi barbaramente e illegalmente. Li hanno scoperti gli ambientalisti dell'Environmental Investigation Agency (EIA) su Google. Per questo hanno scritto al Ceo Larry Page lo scorso 22 febbraio, chiedendo di rimuovere i migliaia di annunci dal Google Japan Shopping.

1.400 annunci di prodotti a base di balena e fino a 10.000 riguardanti prodotti in avorio, provenienti da elefanti uccisi barbaramente e illegalmente. Li hanno scoperti gli ambientalisti dell’Environmental Investigation Agency (EIA) su Google. Per questo hanno scritto al Ceo Larry Page lo scorso 22 febbraio, chiedendo di rimuovere i migliaia di annunci dal Google Japan Shopping.

Ad oggi l’azienda non ha ancora risposto, né ha tolto gli annunci che offrono prodotti derivanti da animali selvatici in via di estinzione. Eppure si tratta di prodotti in contrasto con le stesse politiche di Google, come confermano le restrizioni del portale: “prodotti in avorio proveniente da elefante non sono ammessi. Google non ammette la promozione di avorio di elefante e “prodotti derivanti da balene non sono ammessi. Google non ammette la promozione di prodotti di balena, comprese ossa, carne o olio“. Queste restrizioni sono le stesse presenti anche sul sito giapponese di Google.

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Google ha politiche lodevoli che vietano la promozione dei prodotti della fauna selvatica in via di estinzione tra cui balene, delfini ed elefanti, ma purtroppo non vengono applicate e questo è devastante per le balene e gli elefanti“, ha detto il presidente dell’EIA Allan Thornton, aggiungendo: “mentre gli elefanti vengono abbattuti in massa in tutta l’Africa per la produzione di bigiotteria d’avorio, è scioccante scoprire che Google, con le ingenti risorse che ha a disposizione, non riesce a far valere le proprie politiche volte a proteggere gli elefanti e le balene in via di estinzione“.

Questa scoperta sorprendente arriva proprio in concomitanza con l’importante incontro della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES), in cui 178 nazioni, in Tailandia, devono affrontare prove schiaccianti sul fatto che gli elefanti vengano massacrati a decine di migliaia ogni anno per alimentare la domanda asiatica di avorio illegale.

Non è un caso, quindi, se la ricerca di prodotti di elefante produce circa 10.000 annunci sul sito Google Shopping Giappone. Circa l’80% degli annunci di avorio sono per gli hanko, i tipici timbro-firma di forma cilindrica o quadrata con inciso sul fondo un motivo distintivo o il proprio nome scritto in kana o in kanji, utilizzati dai Giapponesi per siglare i documenti al posto della nostra firma.

Non solo elefanti.Google Shopping Giappone sta promuovendo la vendita di una grande varietà di prodotti provenienti da specie di balene minacciate e in via di estinzione. Queste vanno dalle balenottere uccise in Islanda ai prodotti prelevati da animali uccisi fuori Taiji, conosciuta per essere la scena del massacro dei delfini raccontato nel film premio Oscar The Cove. Google deve provvedere immediatamente ad eliminare questi annunci”, tuona Chiara Perry, responsabile della Campagna Cetacei dell’EIA.

Cosa possiamo fare? Condividi l’informazione con amici e familiari per unirsi nel chiedere a Google di non contribuire alla distruzione dell’ambiente. Se sei un utente di Twitter, invia un Tweet chiedendo di fare la cosa giusta a Google, tipo questo ” @google please stop promoting sales of #whale & #elephant products via Google Japan Shopping”.

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Roberta Ragni

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