L'isola del Giglio è stata al centro delle cronache del mondo intero per il triste naufragio della Costa Concordia, ma c'è anche dell'altro da raccontare su questa stupenda isola dell'Arcipelago toscano. Un mostro meno evidente della Concordia, ma altrettanto atroce: è il bracconaggio, fatto di trappole e di strumenti di tortura per piccoli animali che vengono spietatamente uccisi tutto l'anno.
L’isola del Giglio è stata al centro delle cronache del mondo intero per il triste naufragio della Costa Concordia, ma c’è anche dell’altro da raccontare su questa stupenda isola dell’Arcipelago toscano. Un mostro meno evidente della Concordia, ma altrettanto atroce: è il bracconaggio, fatto di trappole e di strumenti di tortura per piccoli animali che vengono spietatamente uccisi tutto l’anno.
Così, sfortunati conigli selvatici, vanto e “prelibatezza” della tradizione culinaria isolana, vengono uccisi brutalmente, strangolati da cappi metallici, uccellini e piccoli roditori vengono ammazzati dalle cosiddette “schiacce”, trappole fatte da grandi pietre sollevate da un precario sostegno, e, infine, tanti passeriformi trovano la morte nelle esche a preda. Tutto ciò non è frutto della fantasia, ma ciò che accade davvero nell’isola.
L’avevano annunciato e hanno mantenuto la promessa : l’efferato bracconaggio sull’Isola del Giglio è stato filmato e ben documentato da un gruppo di 20 volontari, coordinati da Piero Liberati, fondatore di Vallevegan , che, infilandosi tra i roghi e nei meandri dei boschi, hanno trascorso sull’isola, auto finanziandosi ed auto organizzandosi, notte e giorno per svelarne, oltre alla Concordia, le atrocità, per tentare di salvare quante più creature possibile, per contrastare in maniera pratica il fenomeno della caccia al coniglio selvatico, ai passeriformi e ai mufloni, nel bel mezzo del parco nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Parco in cui, negli anni, la situazione è pure notevolmente peggiorata, visto che, se fino a poco tempo fa si trovavano un centinaio di trappole al giorno, si è passati ad almeno 300, tra cappi, schiacce e sep. Per farci un’idea del fenomeno, basti pensare che nel giro di 4 giorni di attività del campo scuola, volto a formare nuovi volontari specializzati, sono stati rinvenuti 1500 lacci per conigli, principalmente intorno agli orti, 120 schiacce per passeriformi e roditori, alcuni lacci per mufloni, Sep per gli uccelli e veleno per topi. Per un totale di oltre un migliaio di trappole disinnescate.
Per Piero Liberati e i volontari dietro questa situazione scioccante, con trappole ben in vista anche dalla strada, c’è certamente l’inerzia delle istituzioni e di chi non ha mai sostenuto l’attività antibracconaggio, incluso l’ex presidente Mario Tozzi, il famoso geologo. Ma, per fortuna, il video documenta anche qualche bell’episodio, come la liberazione di alcuni conigli finiti nelle trappole che, anche se in preda al panico, non erano scappati via finendo per strozzarsi. I volontari, dopo averli immobilizzati, sono riusciti a tagliare i cappi e a renderli nuovamente liberi . Purtroppo però, non c’è stato il lieto fine per molti altri animaletti, che, ingannati da esseri spregevoli, sono andati in contro a un’orribile morte.