Capodanno non è una guerra. Eppure ogni anno la notte di San Silvestro rischia di trasformarsi in una strage a causa dei “botti”. E non solo per noi umani. Gli “spari” di fine anno sono, infatti, una pesante fonte di stress e un serio fattore di rischio anche per gli animali, sia per quelli domestici che, soprattutto, per quelli selvatici.
Capodanno non è una guerra. Eppure ogni anno la notte di San Silvestro rischia di trasformarsi in una strage a causa dei “botti”. E non solo per noi umani. Gli “spari” di fine anno sono, infatti, una pesante fonte di stress e un serio fattore di rischio anche per gli animali, sia per quelli domestici che, soprattutto, per quelli selvatici.
Botti, fuochi artificiali, spari e petardi sono dei rumori lancinanti per molte specie, dotate di un udito molto più sviluppato del nostro. I boati possono provocare in loro un tale senso di disorientamento da portare persino alla morte. Gli uccelli, ad esempio, fuggono all’impazzata dai loro nidi terrorizzati, volando alla cieca, e molti di loro perdono la vita urtando contro muri o un tralicci dell’alta tensione. I bovini “in attesa” possono addirittura abortire per la paura. Cani e gatti di proprietà possono perdere la vita sotto un automobile o non riesciure a più ritrovare la strada di casa.
“Possedendo codici linguistici e comportamentali diversi da quelli dell’uomo –spiega l’Enpa in comunicato– per loro il fragore dell’esplosione costituisce un inequivocabile segnale d’allarme che innesca reazioni incontrollate di panico, e non come per noi il presunto segno di un momento di festa”.
Anche la Lav mette in guardia sui pericoli dell’ultima notte dell’anno: “i forti rumori sono fonte di pericolo per gli animali poiché li gettano nel terrore, inducendoli a reazioni istintive e incontrollate, come divincolarsi follemente per strappare la catena, gettarsi giù da finestre e balconi, scavalcare recinzioni, liberarsi dal guinzaglio e fuggire in strada mettendo seriamente a repentaglio la loro incolumità e quella degli altri”, chiarisce Ilaria Innocenti, responsabile LAV settore Cani e Gatti, in una nota.
Come evitare allora che i festeggiamenti di capodanno si traducano in una tragedia che non risparmia domestici e selvatici? Ecco una serie di consigli pratici che vengono dalle associazioni animaliste per proteggere gli animali e limitare lo stress causato da botti e petardi.
– togliete ogni oggetto contro il quale, sbattendo, potrebbero procurarsi ferite;
– evitate di lasciarli all’aperto;
– non teneteli legati alla catena perché potrebbero strangolarsi;
– non lasciateli sul balcone perché potrebbero gettarsi nel vuoto;
– rinunciare al veglione ma vivere il momento “dei botti” insieme ai vostri animali in una zona tranquilla della casa, anche se normalmente vivono all’esterno;
– cercate di minimizzare l’effetto dei botti tenendo accese radio o TV, soprattutto se l’animale resterà solo;
– se portate a spasso il vostro cane, non slegatelo mai dal guinzaglio;
– rivolgetevi al veterinario nei casi di animali anziani, cardiopatici e/o particolarmente sensibili allo stress dei rumori ed evitate i rimedi fai da te;
– dotateli di tutti gli elementi identificativi possibili (microchip, medaglietta identificativa con indirizzo e telefoni validi);
– se l’animale scompare presentate subito una denuncia di smarrimento;
La soluzione più efficace, in realtà, sarebbe quella di vietare “l’uso dei botti”, una strada che alcune amministrazioni comunali hanno già iniziato a prendere in considerazione. Come a Torino, dove il primo giorno del 2012 verrà accolto senza fuochi d’artificio, proprio per non spaventare gli animali. Il divieto arriva dal “regolamento per la tutela e il benessere degli animali in città”, entrato in vigore lo scorso 14 marzo e che è stato esteso dalla Giunta su tutto il territorio comunale. La pena, per chi dovesse contravvenire, non è solo una multa che va da 25 a 500 euro, ma si rischia anche una denuncia penale per maltrattamento di animali. Ma anche dove non si rischia alcuna multa, date voi il buon esempio, non usando petardi e fuochi d’artificio e ricordando che anche un semplice botto basta a causare una tragedia.
Roberta Ragni