Nell’Italia “Animal Friendly” sognata dal Ministro Brambilla l'allevamento-lagher Green hill di Montichiari, che produce beagle da inviare ai laboratori di mezza Europa per la multinazionale Marshall Farm, non può trovare spazio. E passa dalle parole ai fatti l'esponente del governo, denunciando questa mattina la struttura alla Procura della Repubblica di Brescia, al Comando nazionale dei Carabinieri Tutela della Salute e al nucleo dei Nas di Brescia.
Nell’Italia “Animal Friendly” sognata dal Ministro Brambilla l’allevamento-lagher Green hill di Montichiari, che produce beagle da inviare ai laboratori di mezza Europa per la multinazionale Marshall Farm, non può trovare spazio. E passa dalle parole ai fatti l’esponente del governo, denunciando questa mattina la struttura alla Procura della Repubblica di Brescia, al Comando nazionale dei Carabinieri Tutela della Salute e al nucleo dei Nas di Brescia.
Così, dopo aver recentemente ottenuto l’approvazione di un emendamento che promuove lo sviluppo di metodi alternativi per superare definitivamente la sperimentazione animale, la Brambilla su Green Hill si spinge oltre e ipotizza il “reato di maltrattamento e danni all’immagine nazionale”.
Oltra alle violazioni della normativa statale e regionale in materia di tutela del benessere degli animali di affezione” e alle violazioni della disciplina igienico sanitaria nonché di quella concernente il decreto legislativo n. 116 del 1992 sulla protezione di animali utilizzati a fini sperimentali, anche al fine di “adottare idonei provvedimenti di natura cautelare“, compreso il “sequestro degli animali detenuti nella struttura“, “le condizioni, a dir poco insalubri, in cui vivono in chiaro sovraffollamento i Beagle di “Green Hill” – spiega il Ministro, presidente del comitato per la creazione di un’Italia Animal Friendly da lei stessa istituito presso il ministero del Turismo, – costituiscono circostanza che, al di là della sua intrinseca gravità (configurando il maltrattamento di animali, come noto, un reato), produce un gravissimo pregiudizio all’immagine del nostro Paese”.
Il maltrattamento degli animali, anche di quelli allevati per essere destinati alla vivisezione, oltre ad “offendere il sentimento collettivo di amore e rispetto per gli animali ed i loro diritti proprio della grande maggioranza dei cittadini”, trasmette un’immagine del tutto negativa del nostro Paese, “in particolare presso i turisti stranieri, depotenziandone, in modo rilevante, anche l’appeal turistico”. È questo il fulcro della denuncia della Ministra animalista. GreenHill e’ una vergogna per il nostro paese e deve chiudere per sempre!
In attesa del termine dell’iter parlamentare della legge comunitaria , che potrà quindi obbligare la chiusura della Green Hill, vietandone l’attività sul suolo nazionale, e impedirà la nascita di realtà analoghe, il Ministro Brambilla ha interpretato il pensiero di tutti gli italiani che amano gli animali e vogliono vederli rispettati. Perché una fabbrica di morte come Green Hill non può trovare spazio in un grande paese civile quale è l’Italia.
Roberta Ragni
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