Tanti, tantissimi calamari giganti spiaggiati sulle coste del Cile. Una moria di massa ha colpito la specie Dosidicus gigas nota anche come calamaro di Humboldt. Queste creature, di grandi dimensioni, vivono nelle acque sudamericane. Almeno fino a quando la loro esistenza non viene brutalmente interrotta
Tanti, tantissimi calamari giganti spiaggiati sulle coste del Cile. Una moria di massa ha colpito la specie Dosidicus gigas nota anche come calamaro di Humboldt. Queste creature, di grandi dimensioni, vivono nelle acque sudamericane. Almeno fino a quando la loro esistenza non viene brutalmente interrotta.
Secondo le prime ipotesi, il fenomeno di El Niño potrebbe avere un collegamento con questa ‘marea’ di cefalopodi, sull’isola di Santa Maria, in Cile. Qui, gli abitanti hanno trovato enormi quantità di cadaveri di calamari. Una visione raccapricciante oltre che dura.
I corpi di circa 10.000 di questi grandi cefalopodi hanno invaso una delle spiagge di questa piccola isola provocando un allarme sanitario, oltre alla preoccupazione della popolazione. Gli esperti che si sono recati sul posto non sono ancora stati in grado di determinare con certezza le cause della morte e dello spiaggiamento dei calamari, ma non possono escludere la relazione con El Niño.
Quest’ultimo è un fenomeno climatico periodico che si verifica nell’Oceano Pacifico centrale nei mesi di dicembre e gennaio in media ogni cinque anni. Tuttavia, la sua intensità e la sua frequenza possono mutare anche a causa dei cambiamenti climatici e a loro volta influire sull’entità del riscaldamento globale.
Gli esperti hanno spiegato a LaVanguardia che potrebbe essere stato l’inquinamento a causare la morte di massa dei calamari o ancora, l’alta temperatura dell’acqua di mare. Sulle coste dell’isola di Santa Maria di spiaggiamento di molluschi e pesci morti in questo periodo dell’anno (estate nell’emisfero australe) è relativamente comune, ma finora non si era mai verificato con i calamari giganti.
Un danno enorme per l’ambiente e l’ecosistema marino, ma anche per l’uomo. La popolazione locale per giorni ha avvertito la presenza di un odore rivoltante e ha dato una mano a rimuovere le povere creature dalle spiagge prima che andassero totalmente in decomposizione. Impresa molto difficile, vista la quantità di carcasse sulla riva.
Francesca Mancuso
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