Dopo quasi tre anni dalla protesta di Greenpeace sotto la sua sede italiana di Torino, la Kimberly-Clark, che produce i marchi Kleenex e Scottex, ha deciso di seguire in tutto e per tutto i modelli di sostenibilità ambientale.
C’è sempre chi predica bene ma razzola male. Da oggi però, dopo quasi tre anni dalla protesta di Greenpeace sotto la sua sede italiana di Torino, la Kimberly-Clark, leader mondiale nella produzione di tessuti in fibra di carta, ha deciso di seguire in tutto e per tutto i modelli di sostenibilità ambientale.
La multinazionale, che produce con i marchi Kleenex, Scottex e altri, in oltre 80 paesi, ha infatti annunciato l’adozione di standard per l’acquisto di fibre che garantiscono la conservazione delle foreste. Saranno forse stati complici i water ripieni di alberi che a novembre 2006 gli attivisti di Greenpeace usarono come protesta per simboleggiare lo spreco delle risorse naturali, ma sta di fatto che la Kimberly-Clark ha deciso di usare solo fibre vergini certificate e fibre riciclate.
Una scelta obbligata per il principale produttore di fazzolettini e carta igienica, visto che vantava già di essere un’impresa responsabile verso l’ambiente e di rispettare rigorosi standard ambientali. L’iniziativa, che va ad ampliare i precedenti impegni dell’azienda contro la deforestazione illegale, permetterà non solo di proteggere le foreste in pericolo ma anche di aumentare l’uso di carta certificata dal Forest Stewardship Council (FSC, lo schema di certificazione di prodotti derivati dal legno sostenuto da Greenepace) e di carta riciclata.
“Abbiamo lavorato con Kimberly-Clark e siamo soddisfatti dei risultati ottenuti” ha commentato Chiara Campione, responsabile della Campagna Foreste di Greenpeace. “È un vero piacere dichiarare chiusa questa campagna e ringraziare la Kimberly-Clark per essersi portata verso standard più sostenibili“.
Ma non finisce qui. E sì, perché la Kimberly-Clark si impegnerà anche a diffondere iniziative a favore dell’uso di carta riciclata e a identificare e proteggere le foreste che possono essere ritenute Aree Forestali Protette. Tra labrador, “piani di morbidezza” e chilometri di rotoloni, l’azienda conta di rendere sostenibile già entro il 2011 il 40% della sua produzione in Nord America, con l’utilizzo di carta certificata da FSC o riciclata e senza più fibre ricavate dalle foreste boreali canadesi.
“È un grande successo per le ultime grandi foreste dell’emisfero settentrionale!- ha aggiunto Chiara Campione – Quelle foreste ospitano gli ultimi caribou selvatici e oltre un milione di uccelli migratori. E sono il più grande deposito di CO2 del pianeta: l’equivalente di 27 anni di emissioni umane in atmosfera, ai livelli attuali“.
Dunque è vero, conciliare il business con la protezione dell’ambiente non è una missione impossibile.
Alberto Maria Vedova