Fukushima: il riso è contaminato da cesio radioattivo

Cesio radioattivo anche nel riso giapponese. E' allarme contaminazione in tutto il Giappone. La zona meno colpita è quella occidentale grazie alle montagne che probabilmente hanno protetto l'area

Non bastavano l’aria e l’acqua. Adesso anche il riso giapponese è stato contaminato dal cesio 137 radioattivo. E non è di certo una sorpresa visto che da tempo si parla già del fatto che i livelli di radioattività dell’area, colpita dal terremoto e dallo tsunami, lo scorso 11 marzo, hanno già superato quelli di Chernobyl.

A rivelarlo sarebbe stato uno studio pubblicato sulla rivista Pnas, secondo cui sarebbe stata trovata nel riso una quantità di Cesio ben al di sopra del livello di sicurezza. Secondo l’indagine, la maggior parte del territorio nipponico si trova oggi al di sotto (circa 25 Bq / kg) del limite di sicurezza.

La zona meno a rischio sarebbe quella occidentale del paese, perché probabilmente le catene montuose potrebbero aver riparato l’area dalla dispersione del materiale radioattivo. Almeno questo è quanto sostengono gli autori dello studio, realizzato da Teppei J. Yasunari, Andreas Stohlb, Ryugo S. Hayanoc, John F. Burkhartb,Sabine Eckhardtb e Tetsuzo Yasunarie.

Dopo aver analizzato il suolo giapponese esaminando in particolare la distribuzione del cesio 137 e la sua quantità a seguito del disastro di Fukushima, gli esperti hanno notato che i livelli andavano ben oltre i limiti.

Ad aggravare la situazione due elementi: in primo luogo il fatto che il Cesio-137 è un elemento difficile da estirpare, con un’emivita di circa 30 anni. In secondo luogo, il fatto che il riso è alla base dell’alimentazione del Giappone.

Ma i guai non finiscono qui. La prefetura nipponica ha già tentato di rintracciare una grossa partita di riso, prodotto e raccolto nel distretto di Oonami, contenente 630 bequerel al chilo di cesio radioattivo, che secondo gli esperti supera il limite di 500 bequerel al chilo previsto dalla legge.

La produzione alimentare giapponese può essere interessata da questo problema, secondo i ricercatori, più di quanto stimato finora. E non è il primo caso da marzo ad oggi in cui si lanciano allarmi che riguardano l’alimentazione. Qualche mese fa a rischio erano le carni bovine, tra l’altro consumate inconsapevolmente dai giapponesi, e la verdura, il pesce e il latte.

Quale altra sorpresa dovranno attendersi gli abitanti del Giappone?

Francesca Mancuso

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