Il ponte sullo stretto non si farà!

Passa alla Camera la mozione dell'Italia dei Valori che chiede la soppressione dei finanziamenti per il Ponte sullo Stretto di Messina

E alla fine, dopo tanto patire, è bastata una spallata causata oggi da una mozione dell’Italia dei Valori a far crollare definitivamente la proposta di costruire un Ponte sullo Stretto di Messina.

E da buona siciliana, non posso che tirare un sospirone di sollievo, uno di quelli che si fanno dopo aver scampato un imminente pericolo. Già, perché oltre a collegarci al resto dell’Europa, come spesso ci siamo sentiti ripetere da parte di chi voleva farci passare il ponte come una necessità per ridurre il divario del Meridione dal Nord o dal Vecchio Continente, il ponte sarabbe stato un pericolo.

Sotto il profilo dell’impatto ambientale, in primo luogo. Piloni di cemento, cavi d’acciaio, devastazione delle coste siciliane e calabresi dove la grossa struttura era prevista. Addio terre del mito, dunque.

Forse avrebbe dato occupazione, quello è vero, ma è possibile giungere al medesimo obiettivo, dotando l’ex Regno delle due Sicilie di infrastrutture adeguate, di strade, autostrade e linee ferroviarie. Riducendo davvero la distanza che le separa dal “Continente”.

E poi sotto il profilo della sicurezza. La terra trema, in Sicilia, quasi tutti i giorni. E non siamo noi a dirlo. Provate a fare una giretto, di tanto in tanto sul sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Leggerete spesso: “Costa siciliana Settentrionale”, “Isole Lipari”, “Costa Calabra Meridionale”. Spesso, davvero troppo per un ponte sospeso sul mare. Ed è vero che ovunque, dagli Stati Uniti al Giappone, tali strutture trovano posto nelle città, ma in Italia sarebbe diverso. Senza contare le infiltrazioni criminali (leggi mafiose) che purtroppo connotano il nostro sfortunato Paese.

E allora questo No al Ponte è più di un semplice rifiuto. Devono averlo pensato anche i Deputati quando questa mattina hanno approvato la mozione dell’Italia dei Vvalori volta alla “soppressione dei finanziamenti” previsti per la realizzazione del Ponte, che appena una settimana fa il ministro delle infrastrutture Altero Mattioli aveva definito “una priorità essenziale per lo sviluppo del sistema dei trasporti dell’Italia” e che Siim Kallas, commissario Ue ai Trasporti aveva bocciato, considerandolo all’opposto non necessario.

In un momento di grave crisi economica come questo e di fronte agli indiscriminati tagli compiuti dal governo è prioritario mettere i diritti dei cittadini contribuenti al primo posto. Abbiamo contribuito – dichiara Massimo Donadi, presidente dei deputati dell’Idv – a far vincere, per una volta, il buon senso. Ora ci auguriamo che il Governo mantenga fede agli impegni assunti“.

Applausi da Legambiente, che tramite il presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza ha accolto così l’addio al ponte: “Finalmente una buona notizia. Speriamo che questa sia realmente la battuta finale dell’annoso, e ormai noioso, film sull’ipotetica realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina e l’occasione per investire sui veri problemi del Paese. In un momento così difficile, sarebbe assurdo pensare di spendere quasi 2 miliardi di euro per avviare un’opera inutile quanto costosa. Bene sarebbe ora occuparsi di problemi reali, a partire dal recuperare la cifra di circa 1,4 miliardi di euro necessari per permettere ai pendolari di continuare a muoversi in treno anche nel 2012”.

Soddisfatto anche il WWF secondo cui “l’approvazione della mozione che cancella i finanziamenti 2012 e 2013, con l’avvallo del Governo, per il Ponte sullo Stretto di Messina è il miglior modo per festeggiare il decennale della legge obiettivo varata nel 2001”.

Si tratta secondo gli ambientalisti della “cronaca di un fallimento in campo economico-finanziario e ambientale della politica faraonica delle cosiddette “infrastrutture strategiche” di cui il Ponte rappresenta ‘l’opera farsa’ per gli italiani onesti e ‘l’opera bandiera’ per il governo in carica”. E il WWF avanza subito due richieste, ossia che si cancelli la concessionaria pubblica Ponte sullo Stretto SpA, e che si utilizzino gli 8,5 miliardi di euro previsti per il ponte per la “messa in sicurezza del territorio del Sud e al potenziamento delle opere ferroviarie e stradali in Sicilia e Calabria“.

Il Ponte non s’ha da fare, né domani mai.

Francesca Mancuso

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