Nucleare: il Giappone chiude le centrali, la Cina ne inaugura una di quarta generazione

Il dibattito sul nucleare diventa sempre più controverso. E mentre alcuni Paesi decidono di chiudere con l’argomento, come ha fatto il Giappone – che sta disattivando progressivamente tutte le sue centrali – ce ne sono altri, come la Cina, che invece le centrali continuano a costruirle e a metterle in funzione, con tutti i problemi, i dubbi e i rischi che ben conosciamo.

Il dibattito sul nucleare diventa sempre più controverso. E mentre alcuni Paesi decidono di chiudere con l’argomento, – che sta disattivando progressivamente tutte le sue centrali – ce ne sono altri, come la Cina, che invece le centrali continuano a costruirle e a metterle in funzione, con tutti i problemi, i dubbi e i rischi che ben conosciamo.

Proprio in questi giorni infatti, sulla scia del dramma di Fukushma, il Giappone ha annunciato di aver chiuso il trentottesimo reattore nucleare (su 54), mente la Cina ha dichiarato di aver avviato la sua prima centrale di quarta generazione.

A comunicare la notizia è stato l‘Istituto cinese dell’energia atomica (Ciae), che ha descritto il funzionamento dell’impianto appena attivato. La nuova centrale è a neutroni rapidi, una tecnologia che permetterà alla Cina di ridurre i consumi di uranio e la produzione di scorie radioattive.

Si tratta di un reattore sperimentale, di potenza elettrica di 20 megawatt, collegato alla rete elettrica; per portare a termine la sua realizzazione ci sono voluti 20 anni di studi, ricerche e test, e – secondo la Società francese dell’energia nucleare – il prototipo, che usa la tecnologia di raffreddamento al sodio, è stato realizzato nei pressi di Pechino da una società russa, la Okbm Afrikantov, in collaborazione con Okb Gidopress, Nikiet e l’istituto Kurchatov, tutti enti russi.

Insomma, mentre il Giappone taglia la produzione di energia nucleare e chiude i suoi reattori per accertarsi che rispettino tutte le possibili norme di sicurezza, il gigante cinese – sprezzante del pericolo e dell’esperienza altrui – continua nell’avventura incognita del nucleare.

A questo punto c’è da chiedersi: anche la Cina ha bisogno di un dramma nucleare in casa per chiudere i suoi rapporti con l’energia atomica?

Verdiana Amorosi

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