Bandiere verdi e nere 2014: le località più green e i pirati delle Alpi

I pirati delle Alpi tornano a fare razzie nelle nostre montagne. Questo paradiso che ospita una ricca biodiversità è sempre più minacciato dai nemici della montagna, molto spesso identificato nelle amministrazioni locali. E come ogni anno, Legambiente ha selezionato le migliori località e i peggiori enti locali, associazioni e società private che hanno inflitto dei danni inflitti all'ambiente alpino

I pirati delle Alpi tornano a fare razzie nelle nostre montagne. Questo paradiso che ospita una ricca biodiversità è sempre più minacciato dai nemici della montagna, molto spesso identificati nelle amministrazioni locali. E come ogni anno, Legambiente ha selezionato le migliori località e i peggiori enti locali, associazioni e società private che hanno inflitto dei danni inflitti all’ambiente alpino.

Con la Carovana delle Alpi 2014, la società è tornata a controllare stato di salute dell’ambiente alpino assegnando le tradizionali bandiere verdi e nere. Quest’anno sono otto le cattive pratiche premiate, si fa per dire, con le bandiere nere. Di esse, 3 sono state assegnate in Lombardia e una rispettivamente in Piemonte, Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Valle D’Aosta.

Qui la montagna è stata vista come semplice oggetto di speculazione, su cui lucrare senza badare all’equilibrio del luogo. Ed ecco chi sono le Bandiere Nere 2014:

1. Segreterie dei partiti PD (Partito Democratico) e SVP (Südtiroler Volkspartei). Entrambe hanno portato avanti, secondo l’associazione, lo smembramento del Parco dello Stelvio (i cui 131.000 ettari ricadono per il 45% in Lombardia, per il 41% in Alto Adige e per il 14% in Trentino). Con grandi responsabilità del Paese e della Provincia Autonoma di Bolzano,”l’uno per colposo disinteresse alla conservazione della natura, l’altro per scelta deliberata”. Entrambi sono stati accusati di aver dimenticato l’importanza del più grande Parco Nazionale delle Alpi.

2. Comune di Schilpario. L’Amministrazione ha ricevuto il poco lodevole riconoscimento per non avere attuato in maniera efficace la regolamentazione dell’utilizzo di motoslitte, non riuscendo a preservare il turismo dolce e di qualità.

3. Provincia di Lecco. Nella recente revisione del Piano Territoriale di Coordinamento, la Provincia ha previsto il potenziamento del polo sciistico Artavaggio-Bobbio con un progetto invasivo di tunnel che dovrebbe collegare le due località. Una scelta dall’impatto tutt’altro che salutare per l’ambiente montano.

4. Comune di Valtournenche (Valle d’Aosta). Anche qui, lo studio di fattibilità per i nuovi collegamenti sciistici tra la Valtournenche e la Val d’Ayas, è stato realizzato guardando unicamente alla speculazione edilizia. Se realizzati tali collegamenti distruggerebbero l’ultimo lembo non compromesso del versante sud del Monte Rosa.

5. Comunità di Valle delle Giudicarie (Trentino Alto Adige). La Carovana delle Alpi non ha apprezzato l’Accordo quadro di programma che prevede un altro ampliamento delle aree sciabili in zone ancora intonse e di grande pregio ambientale e paesaggistico.

6. Comune di Exilles (TO). Qui si cerca di trasformare in zona edificabile un terreno geomorfologicamente instabile e a forte rischio di alluvioni, senza considerare le pesanti conseguenze ambientali e di sicurezza.

7. Commissione Tecnica Provinciale per Attività di Cava di Verona. Essa ha espresso tre pareri favorevoli per l’ampliamento di attività estrattive in sotterraneo in aree ad elevato rischio ambientale, già fortemente compromesse da precedenti frane.

8. Carnia Welcome (Friuli Venezia Giulia). Premiato con la bandiera nera il presidente della società per le proprie affermazioni a favore delle manifestazioni motoristiche in alta quota.

Ma ci sono anche le buone notizie. Se da una parte i nemici della montagna non mancano, a tutti i livelli, dall’altra c’è anche chi pensa che salvaguardare l’ambiente montano sia una priorità. Alle buone pratiche Legambiente ha assegnato le bandiere verde. In totale 10 distribuite in 6 regioni italiane: 3 in Lombardia, 2 in Piemonte, 2 in Friuli Venezia Giulia, 1 in Liguria, Valle d’Aosta e Trentino.

1. Comune di Cerveno (Lombardia). L’amministrazione ha avuto il merito di aver adottato una politica volta all valorizzazione delle risorse del proprio territorio.

2. Comitati di Premana “Salviamo i nostri torrenti” e di Pagnona “Per la difesa del torrente Varroncello”. I due comitati si sono impegnati nella difesa dei torrenti della Valvarrone dall’assalto delle captazioni per le minicentrali.

3. Associazione Mercato&Cittadinanza. Premiata per l’impegno nell’individuazione di buone pratiche produttive, nel rispetto dei lavoratori, dell’ambiente e nella ricerca della qualità del cibo e per la loro valorizzazione attraverso un mercato mensile associato ad iniziative culturali.

4. Associazione Sassi Vivaci (Piemonte). per aver saputo promuovere pratiche di turismo sostenibile sul Monviso attraverso il progetto “Altramontagna”.

5. Progetto “Baci da Cantamerlo” (Piemonte). Promosso dalle associazioni Esalp ed Etinomia, il progetto è stato insignito della Bandiera verde per l’approccio partecipato e per la riduzione del consumo di suolo, la riqualificazione e la maggior inclusione sociale.

6. Comuni della Valle del But (Friuli Venezia Giulia). Hanno avuto il merito di aver avviato un piano di azione orientato all’autosufficienza energetica.

7. Damiano Nonis di Mountain Wilderness (Friuli Venezia Giulia). Lodevole iniziativa che ha portato alla pulizia dell’Alta Valle dell’Arzino.

8. Comune di Mendatica (Liguria). Merito delle buone pratiche avviate sul territorio del Comune e del parco regionale.

9. Associazione NaturaValp (Valle d’Aosta). Ha ottenuto la Bandiera verde per la promozione del turismo responsabile e la creazione di una rete di operatori economici, allevatori, agricoltori, artigiani e semplici cittadini, orientati alla valorizzazione in chiave sostenibile della Valpelline.

10. Associazione Baldensis (Trentino Alto Adige). Qui l”associazione di giovani produttori hA optato per metodi rispettosi dell’ambiente e della tradizione locale.

“Per il rispetto degli equilibri ecologici e sociali dell’intero territorio è ormai urgente abbracciare un diverso modello, dove le smart city possono intrecciarsi e sostenersi vicendevolmente con le smart mountain,” ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente.

Francesca Mancuso

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