Il No nuke day, la giornata di mobilitazione contro il nucleare promossa da Legambiente indetta per oggi, il giorno di Halloween, è ripartita da qui, da Montalto di Castro, dalla strega a carbone mai diventata atomica, che mai come oggi torna a far paura, perché a quanto pare, scelta dal Governo come possibile sito per il ritorno del nucleare in Italia.
Fu il luogo simbolo da dove vent’anni fa partì la protesta al nucleare che sfociò nel referendum in cui gli italiani dissero no all’energia atomica. Oggi si è tornati nuovamente in quella che allora stava per diventare una centrale nucleare, ma che venne convertita in centrale termoelettrica alla luce della consultazione popolare. Il “No nuke day“, la giornata di mobilitazione contro il nucleare promossa da Legambiente indetta per oggi, il giorno di Halloween, è ripartita da qui, da Montalto di Castro, dalla “strega” a carbone mai diventata atomica, che mai come oggi torna a far paura, perché a quanto pare, scelta dal Governo come possibile sito per il ritorno del nucleare in Italia.
Organizzata in collaborazione con il Comune di Montalto, la manifestazione ha richiamato da stamattina migliai di partecipanti e decine di comitati, imprese nonché i sindaci dei comuni ”denuclearizzati” della Tuscia. “Trentadue anni dopo la prima manifestazione antinucleare a Montalto di Castro – spiega Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio – riprendiamo la battaglia contro il nucleare da dove e’ cominciata. Molti giovani di oggi non hanno preso parte alle iniziative antinucleariste di quegli anni, ma possiamo ricordare loro il disastroso incidente di Cernobyl, la nube radioattiva che si spostava con i venti per centinaia di chilometri, l’impossibilita’ di bere il latte e mangiare l’insalata“.
E proprio per non dimenticare, oltre al corteo davanti alla centrale che si è svolto al grido di “Pronti a vincere di nuovo contro il nucleare‘”, slogan stampato anche sulle magliette e sugli striscioni gialli, è stata allestita in Piazza Matteotti, una mostra sul disastro di Cernobyl, ma anche dibattiti, laboratori di educazione ambientale, stand espositivi e una raccolta di firme. Il tutto “condito” da prodotti tipici locali della Maremma con gli agricoltori del posto che hanno offerto bruschette e fatto degustare a tutti i buoni oli biologici del posto.
Non sono mancati poi i riferimenti alle alternative più sostenibili con un modellino di casa geotermica, illuminazione a led della piazza e materiale informativo sulla certificazione e riqualificazione energetica.
“Il governo vorrebbe trasformare l’Italia nell’unico Paese industrializzato che invece di puntare alle energie rinnovabili, acquista le centrali-bidone francesi di vecchia generazione, da costruire nel territorio di qualche imprecisato comune” tuona ancora Legambiente che ricorda come la Maremma sia già stata “deturpata” con le centrali a carbone di Civitavecchia e di Montalto e la realizzazione di due reattori “rappresenterebbe un grave rischio per le popolazioni residenti oltre che una vera e propria minaccia per l’economia e il turismo della Maremma toscana e laziale“.
Al “No nuke day” hanno aderito anche Greenpeace, Wwf, Italia Nostra e, anche alcuni dei comitati di Capalbio.
Simona Falasca