Olio di palma, continuiamo a boicottarlo. Le foreste dell’isola di Sumatra, in Indonesia, bruciano per fare spazio alle piantagioni di palma da olio. Viene così cancellato un habitat naturale dal valore inestimabile, che ospita gli ultimi esemplari di tigri e di oranghi. Gli incendi distruggono gli alberi e rendono l’aria irrespirabile anche a Singapore e in Malesia.
Olio di palma, continuiamo a boicottarlo. Le foreste dell’isola di Sumatra, in Indonesia, bruciano per fare spazio alle piantagioni di palma da olio. Viene così cancellato un habitat naturale dal valore inestimabile, che ospita gli ultimi esemplari di tigri e di oranghi. Gli incendi distruggono gli alberi e rendono l’aria irrespirabile anche a Singapore e in Malesia.
Ai bambini ed agli anziani viene così raccomandato di non uscire di casa. Ecco l’elevatissimo prezzo ambientale da pagare per la produzione di un olio scadente, utilizzato per la fabbricazione di alimenti confezionati di cui potremmo benissimo fare a meno e che viene preferito da parte delle aziende semplicemente poiché a basso costo. A pagare il reale prezzo dell’olio di palma sono gli ecosistemi, gli animali che li popolano, la salute di chi respira i fumi tossici provenienti dagli incendi. E riguardo agli effetti dell’olio di palma sulla salute umana, le discussioni sono aperte.
Alcuni produttori di alimenti biologici si sono impegnati a sostituire l’olio di palma con tipologie di olio la cui produzione non risulta dannosa per l’ambiente, come l’olio extravergine d’oliva biologico. Sostituire l’olio di palma con l’olio extravergine o con altri oli vegetali sostenibili potrebbe evitare la distruzione di ettari di foreste per la coltivazione di palme da olio.
A richiedere di rendere pubblica la mappa delle concessioni dei lotti di foresta in Indonesia è lo stesso Ministro dell’Ambiente della Repubblica di Singapore Vivian Balakrisham, che è intervenuto pubblicamente, attraverso un messaggio su Facebook che lascia intendere anche l’inivto a boicottare l’olio di palma, con particolare riferimento alla situazione indonesiana.
Singapore si lamenta dei fumi provenienti dagli incendi delle foreste, ma parrebbe che alcune delle società che investono nella produzione di olio di palma abbiano sede proprio là, oltre che in Indonesia ed in Malesia. Un circolo vizioso dunque, nel quale vengono accusati anche i piccoli contadini che incendierebbero le foreste per via delle proprie cattive abitudini.
Se il fumo degli incendi ha realmente raggiunto Singapore, la situazione è di certo alquanto grave ed è probabilmente sfuggita di mano. Nel frattempo, gli alberi delle foreste continuano a bruciare per fare spazio alle palme da olio. In Indonesia, fumi provenienti dagli incendi e smog avrebbero portato ad ammalarsi almeno 20 milioni di persone, come riporta la BBC, oltre ad aver provocato un calo dell’afflusso turistico. L’Indonesia starebbe intervenendo con mezzi antincendio per placare le fiamme. Ma è l’intero sistema della produzione di olio di palma che andrebbe arrestato.
Marta Albè
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