Per ripulire le acque dall'inquinamento una soluzione potrebbe essere fornita dalle "spugne magiche" realizzate dai ricercatori del Dipartimento di Fisica di Tor Vergata a Roma. Grazie al nuovo materiale fatto di nanotubi di carbonio, le speciali spugne potranno essere prodotte a partire da materiali a basso costo e facilmente reperibili e saranno in grado di assorbire una quantità di olio pari a 150 volte il loro peso
Per ripulire le acque dall’inquinamento una soluzione potrebbe essere fornita dalle “spugne magiche” realizzate dai ricercatori del Dipartimento di Fisica di Tor Vergata a Roma. Grazie al nuovo materiale fatto di nanotubi di carbonio, le speciali spugne potranno essere prodotte a partire da materiali a basso costo e facilmente reperibili e saranno in grado di assorbire una quantità di olio pari a 150 volte il loro peso.
Grande più o meno quanto una moneta da 20 centesimi, la spugna pesa solo 1,5 mg (circa 4000 volte più leggera della moneta stessa). Al suo interno sono presenti dei nanotubi del catalizzatore metallico che assorbono i veleni dalle acque. Galleggiando nell’acqua inquinata, le micro-spugne ultra-leggere sono direzionabili a distanza per via delle loro proprietà magnetiche e possono essere guidate sulla superficie dell’acqua con una calamita, senza alcun contatto diretto, fino a raggiungere le chiazze di olio.
Dopo l’uso, le spugne potranno inoltre essere riutilizzate un numero infinito di volte dopo essere state strizzate o bruciate per eliminare gli inquinanti precedentemente assorbiti.
Spiegano i ricercatori di Tor Veragata che in entrambi i casi, la spugna viene completamente rigenerata e può essere riutilizzata per un numero elevato di volte. La comubustione infatti altera solo l’olio assorbito, lasciando intatti i nanotubi di carbonio. Inoltre, la spugna è molto elastica e può essere compressa fino al 75% della sua lunghezza iniziale e tornare esattamente alla forma originale.
“La spugna può essere pensata come una matassa formata da milioni e milioni di nanotubi intrecciati dove circa il 90% del suo volume è costituito dagli spazi vuoti tra i nanotubi stessi, il che le conferisce una straordinaria leggerezza – ha detto Maurizio De Crescenzi, professore di Struttura della materia e coordinatore del gruppo di Ricerca del Dipartimento di Fisica dell’Università Roma Tor Vergata -. Grazie a questa sua particolare struttura, la spugna risulta super-idrofobica, dunque repelle completamente l’acqua, ma al tempo stesso è capace di assorbire efficacemente gli eventuali inquinanti disciolti in essa immagazzinandoli negli spazi vuoti“.
Altro punto a suo favore il fatto che la produzione del materiale “multifunzionale” della spugna è stata realizzata partendo da materiali a basso costo e facilmente reperibili.
Francesca Mancuso
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