uno studio pubblicato sulla rivista “Asian-Australasian Journal of Animal Sciences 2010”, ha dimostrato che alcune spezie, come zenzero, cannella, cumino, curcuma , chiodi di garofano e coriandolo – normalmente usate per esaltare il sapore di alcuni cibi – oltre ad aromatizzare i nostri piatti, possono contribuire a ridurre le emissioni di metano prodotte dagli animali da allevamento.
E invece sì: lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista “Asian-Australasian Journal of Animal Sciences 2010”, in cui alcuni studiosi dell’università britannica di Newcastle hanno dimostrato che alcune spezie, come zenzero, cannella, cumino, curcuma , chiodi di garofano e coriandolo – normalmente usate per esaltare il sapore di alcuni cibi – oltre ad aromatizzare i nostri piatti, possono contribuire a ridurre le emissioni di metano prodotte dagli animali da allevamento.
Vi ricordate quando abbiamo parlato dello studio di Mc-Donald’s per ridurre le flatulenze inquinanti dei bovini a causa dei loro problemi di stomaco? Bene, secondo i ricercatori inglesi, le spezie agiscono come degli antibiotici, che uccidono i batteri pericolosi presenti nell’intestino degli animali – aiutando quindi la loro digestione – lasciando invece intatti i batteri buoni.
Il gas metano prodotto in grandi quantità dagli animali da allevamento è una delle maggiori cause dell’aumento dei gas serra nell’aria e questo studio evidenzia come l’uso di queste erbe aromatiche possa contribuire alla sua riduzione attraverso il miglioramento del processo digestivo degli animali, come mucche e pecore.
“Le spezie sono state a lungo utilizzate in modo sicuro dagli umani per uccidere i batteri e trattare una serie di disturbi. I semi di coriandolo, per esempio, vengono spesso prescritti per le patologie dello stomaco, mentre la curcuma e chiodi di garofano sono forti antisettici”, ha fatto sapere uno degli esperti che ha contribuito allo studio.
Tra le spezie più efficaci è risultato proprio il coriandolo, che, stando ai ricercatori ridurrebbe l’emissione di metano da 14 ml/g a 8 ml/g per alimento, che si tradurrebbe nel 40% in meno della produzione di gas.
Verdiana Amorosi