Albicocche: in Toscana un’oasi per coltivare e riscoprire le varieta’ antiche

Frutti antichi. L’omologazione in agricoltura nel corso degli ultimi decenni ha portato alla perdita di numerose varietà antiche di frutta e verdura. Le necessità commerciali hanno superato il desiderio di salvaguardare il patrimonio alimentare che la natura ci offre in modo spontaneo. Ora presso l’Università di Pisa è nata un’oasi per coltivare e riscoprire le varietà antiche di albicocca.

L’omologazione in agricoltura nel corso dell’ultimo secolo ha portato alla perdita di numerose varietà antiche di frutta e verdura. Le necessità commerciali hanno superato il desiderio di salvaguardare il patrimonio alimentare che la natura ci offre in modo spontaneo. Presso l’Università di Pisa si trova in piena attività un’oasi per coltivare e riscoprire le varietà antiche di albicocca.

L’oasi si trova a Venturina, in provincia di Livorno. I ricercatori dell’Ateneo lavorano da tempo per selezionare le albicocche migliori, cercando di recuperare le varietà antiche e autoctone. Al momento gli studi riguardano 100 varietà di albicocche, mentre altre 30 sono già state selezionate.

Gli esperti hanno potuto individuare l’albicocca “Pisana” (nella foto in alto) come varietà autoctona. Si tratta di un frutto molto colorato, con la buccia rosso-arancio. È un albicocca ricca di antiossidanti da cui sono nate, attraverso incroci con altri albicocchi, varietà più recenti, come la “Claudia” e l’ “Ammiraglia”.

I ricercatori tra i propri obiettivi principali inseriscono la volontà di recuperare il valore nutritivo e organolettico delle varietà più antiche, soprattutto dal punto di vista del sapore. Si lavora in ogni caso anche sull’aspetto estetico dei frutti, che per gran parte dei consumatori è ancora fondamentale. Per ottenere albicocche belle e buone non servono Ogm.

Le metodologie applicate dagli esperti sono riconducibili a ciò che avviene normalmente in natura grazie alla fecondazione incrociata. Si utilizzano tecniche di impollinazione incrociata, ma non si ricorre a manipolazioni biotech.

albicocca claudia

Albicocca Claudia

albicocca gheriana

Albicocca Gheriana

“Questo genere di studi” – ha dichiarato Rossano Massai del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa – “richiede però tempi molto lunghi: per valutare una generazione di centinaia di piante ottenute da seme ci vogliono almeno 15 anni dal momento in cui si effettua un incrocio e questo è un problema dato che ormai i finanziamenti sono concessi per periodi molto brevi, emarginando di fatto questo settore a tutto vantaggio degli altri paesi europei e non solo. Basti pensare che l’ultimo finanziamento del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali utile per questo genere di ricerche risale ormai al 2004″.

albicocca sel

Albicocca Sel

albicocca sillari

Albicocca Sillari

A Venturina tra giugno e luglio inizierà la raccolta delle albicocche, che nelle annate migliori è arrivata a ben 100 quintali. La produzione di albicocche si svolge secondo la logica della filiera corta e del recupero degli aromi tipici. Una parte dei frutti viene utilizzata per produrre gelato artigianale venduto a Pisa: un gusto diverso ogni anno a seconda delle varietà che si raccolgono durante l’estate.

Marta Albè

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