Vino bio: viticoltore francese rischia la prigione per aver rifiutato di ricorrere ai pesticidi

Emmanuel Giboulot, un viticoltore biologico francese, rischia la prigione per essersi rifiutato di utilizzare pesticidi nelle proprie vigne. Potrebbe ritrovarsi in carcere o dover pagare una multa molto salata. L’uomo non ha dato ascolto all’ordine ufficiale di intervenire con fitofarmaci per proteggere le proprie viti da un insetto che potrebbe trasmettere una malattia devastante per le piante.

Emmanuel Giboulot, un viticoltore biologico francese, rischia la prigione per essersi rifiutato di utilizzare pesticidi nelle proprie vigne. Potrebbe ritrovarsi in carcere o dover pagare una multa molto salata. L’uomo non ha dato ascolto all’ordine ufficiale di intervenire con fitofarmaci per proteggere le proprie viti da un insetto che potrebbe trasmettere una malattia devastante per le piante.

La cicadella, nota anche con il nome scientifico di Scaphoideus titanus, potrebbe essere la responsabile di una malattia delle piante in grado di mettere in pericolo le vigne della Côte-d’Or, regione della Borgogna, dove Giboulot produce i vini Côte de Beaune e Hautes Côtes de Nuits.

Il viticoltore sostiene che il pesticida indicato è inefficace, oltre che pericoloso per gli insetti impollinatori, come le api. A suo parere, la malattia può essere contrastata grazie a rimedi ben più naturali. Giboulot sarebbe ora oggetto di persecuzione da parte del Ministero dell’Agricoltura francese sulla base dell’articolo 251-20 del Codice Rurale, per non aver applicato un pesticida nella propria vigna lo scorso luglio. Rischia di dover trascorrere 6 mesi in carcere e di dover pagare una multa da 30 mila euro. A decidere le sue sorti sarà il tribunale di Digione.

Le autorità francesi sostengono che la malattia è apparsa per la prima volta in Borgogna negli anni Cinquanta e che l’applicazione del pesticida è necessaria per prevenirla e per proteggere la produzione dei vini locali. Giboulot non crede che il trattamento sistematico con pesticidi sia risolutivo ed è a conoscenza di alternative naturali in proposito.

La sua azienda ha iniziato la conversione al biologico negli anni Settanta ed ora la produzione di vini è completamente biodinamica. L’impiego di pesticidi vanificherebbe oltre trent’anni di lavoro. Il prodotto sotto accusa prende il nome di Pyrevert. Secondo quanto dichiarato da Denis Thiery, specialista del National Institute of Agronomic Research, questo prodotto contiene una neurotossina in grado di danneggiare insetti, uccelli e altri animali, oltre che gli stessi addetti ai lavori.

Una petizione lanciata in difesa di Giboulot ha raccolto più di 41 mila firme, con l’intento di salvarlo dalla prigione e dal pagamento della multa. Lo scorso giugno, come riporta The Guardian, un altro agricoltore è stato perseguito per lo steso motivo. Ha evitato di finire in carcere soltanto dopo aver deciso di applicare il pesticida come richiesto dal Ministero. Simili imposizioni possono forse giustificare la presenza di pesticidi nei vini biologici francesi?

Firma la petizione QUI

Marta Albè

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