Addio vecchie lampadine: pro e contro delle LFC e idee per riciclare quelle a incandescenza

Da ieri ha preso il via il piano dell'Unione Europea per eliminare progressivamente le vecchie lampadine ad incandescenza. Si comincia con quelle da 100 Watt che a partire dal primo settembre, esaurite le scorte, saranno bandite da tutti gli scaffali degli Stati Membri.

In tale operazione, una volta tanto, potremmo essere un Paese eco- virtuoso. In anticipo rispetto a quanto ha stabilito l’Unione Europea che fissa al 2012 la data in cui dovremo dire addio alle vecchie lampadine ad incandescenza (GLS) per far posto nelle nostre case alle lampade fluorescenti compatte ad alta efficienza (LFC), infatti, già molte catene della grande distribuzione, pressate da Greenpeace, stanno provvedendo alla loro sostituzione, mentre il Governo italiano ha anticipato al 1° gennaio 2011 la totale messa al bando.

Le tradizionali lampadine consumano sotto forma di calore circa il 90% dell’energia elettrica utilizzata, trasformando in luce solo il rimanente 10%, mentre le lampade fluorescenti compatte durano 8 volte di più diminuendo sia i costi in termini di bolletta per gli utenti, sia, e soprattutto, le emissioni di gas serra provenienti dalla produzione d’energia. Una ricerca dell’European Lamp Companies Federation (ELC) ha calcolato che, con questa mossa, che è in concreto a costo zero per lo Stato, l’Italia potrebbe diminuire le emissioni di CO2 nell’ambiente dai 3 ai 5 milioni di tonnellate e risparmiare 5,6 miliardi di chilowattora l’anno.

Abbiamo detto che potremmo essere un Paese eco-virtuoso poiché, almeno in questo caso, non è green tutto ciò che luccica, pardon, che illumina; le LFC, infatti contengono al loro interno mercurio e polveri fluorescenti che, esauriti, diventano rifiuti tossici killers: “1 milligrammo di mercurio, il quantitativo presente in una singola lampadina, affermano i ricercatori dell’Università di Stanford sulla rivista ‘Environmental Research‘, può contaminare 4 mila litri di acqua” e, infestando flora e fauna marittima, inserirsi nella catena alimentare umana producendo effetti devastanti all’apparato neurologico, al sistema cardiovascolare, a quello riproduttivo e all’immunitario. La legge ha previsto, dovutamente, un processo di riciclo eco-compatibile delle LFC. Processo che, in Italia, pericolosamente, stenta ancora a decollare.

Dal novembre 2007 una nuova legge impone, infatti, al consumatore italiano una sorta di un eco-tassa di 22 centesimi più iva per ogni LFC acquistata; un piccolo contributo finalizzato alla creazione della filiera del riciclo di questi elementi che dovrebbe assicurarne il ritiro dagli stessi esercizi commerciali, il trasporto nelle piazzole comunali o inter-comunali e, soprattutto, il riciclaggio in appositi centri. Ma di contenitori per la raccolta differenziata o di gestori illuminati che si faccian carico di tonnellate di lampadine fuori uso in attesa che la catena di recupero venga avviata, però, non v’è traccia. Nel nostro Paese, lo smaltimento delle lampadine ad alta efficienza è inquadrato all’interno della gestione dei Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) ed è Ecolamp il principale consorzio delle aziende nazionali e internazionali del settore illuminotecnico chiamato ad assicurare il ritiro dai Centri di Raccolta comunali delle apparechiature di illuminazione giunte a fine vita ed il loro riciclo eco-compatibile.

Paolo Colombo, direttore generale dell’Ecolamp, in un’intervista al corriere.it già nell’aprile del 2008 faceva il punto della situazione a pochi mesi dal censimento dei centri di raccolta comunali, considerati “la chiave di volta per il funzionamento del sistema”. Secondo Colombo: “I produttori, organizzati in sistemi collettivi come prescrive la legge, sono pronti da tempo: a mano a mano che i comuni iscrivono i propri centri di raccolta ad un apposito portale istituito in collaborazione con Anci, i produttori distribuiscono presso questi centri raccolta gli strumenti logistici necessari a dar luogo agli adempimenti di legge”.

Il sistema logistico impostato da Ecolamp fa capo a 21 trasportatori autorizzati, distribuiti a livello regionale mentre il sistema di trasporto in condizioni di sicurezza delle lampade è garantito da specifici contenitori, identificati uno per uno attraverso una codifica a barre, progettati appositamente per offrire la massima protezione dalle rotture accidentali e la facilità di “maneggiamento” per tutta la catena logistica. Nella speranza che un tale sistema di riciclaggio non si trasformi in un’ennesima italian story, telefonando all’Ufficio Ecologia del vostro Municipio potrete sapere se il vostro è uno tra quei mille fortunati Comuni italiani che ad oggi dispongono di piazzole di raccolta Raee.

Nel frattempo ecco come illustri designer omaggiano la vecchia, tradizionale lampadina ad incandescenza recuperandola in nuove creazioni dal sapore neo-vintage e, per voi, qualche idea per un riutilizzo creativo e fai-da-te di questo elemento che diventerà presto un pezzo d’antiquariato da mostrare a futuri figli e nipoti.

Da Amburgo arriva “Bulbs unlimited” del gruppo Ambientshop, la fantasiosa idea di un manipolo di designers tedeschi col pallino del riciclo per trasformare i bulbi luminosi esauriti in nuovi oggetti d’arte alla portata di tutti. Il gioco è semplice: si acquista lo speciale kit d’assemblaggio (sul mercato tedesco da giugno), si uniscono le lampadine fuori uso tra loro con una colla apposita ed un modulo chiamato “Inkubator” ( si possono seguire degli schemi suggeriti o lasciarsi guidare dal proprio estro), si inserisce una lampadina funzionante nella composizione e…voilà! La nostra nuova eco-lampada è pronta ad incantarci con meravigliosi giochi di luce e pronta ad essere riassemblata quando la sua forma ci avrà stancato.

Ambientshop

Dall’Italia invece arriva l’ EcoBulb dello studio D’Auria Design, la lampadina riciclata che diventa lampada: decorativa, ecocompatibile e addirittura water resistant. «Le ecoBulb sono riutilizzate attraverso la presenza di un led interno della durata di 15 anni – spiega D’Auria – diventano la soluzione ottimale al problema del risparmio energetico. Un oggetto di design ecocompatibile ma soprattutto funzionale anche per la salvaguardia dell’ ambiente».

Istallazione_lampadine

Tra le nostre mani creative invece le vecchie lampadine cambiano completamente natura per sorprenderci in nuove destinazioni d’uso. Le creazioni proposte prevedono il taglio della parte in ferro superiore del bulbo alfine di privare la lampadina dei filamenti esauriti; un’operazione che dovrete effettuare con molta cautela poiché è facile tagliarsi. Ecco allora deliziosi portafiori che potrete sia appendere utilizzando un po’ di sottile fil di ferro sia porre su un piano utilizzando un anello come quello dei portatovaglioli come base affinché non si rovesci.

addobbi_natalizi_lampadine

Dipinte, adornate, decoupate, le vecchie lampadine diventano poi divertenti ornamenti per l’albero di Natale, mentre utilizzando dei tappi di coca-cola bucherellati avrete delle semplici, originali saliere.

saliere_lampadine

Cosa dirvi di più: illuminate la vostra mente, risparmiate energia, rischiarate il futuro!

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