il vuoto a rendere sui contenitori, vetro o altro, sia una soluzione per diminuire la quantità di rifiuti prodotta e accrescere il riuso
Da più parti si fa largo, e in alcuni casi esistono delle evidenze concrete, che il vuoto a rendere sui contenitori, vetro o altro, sia una soluzione per diminuire la quantità di rifiuti prodotta e accrescere il riuso.
Un passo indietro. Il sistema dei vuoti a rendere esisteva già fino ad una ventina di anni fa. Particolarmente utilizzata nel caso di acquisti di bevande, acque minerali, birre ecc., la dinamica consisteva nel pagare un obolo al momento dell’acquisto che veniva successivamente rimborsato dal commerciante. Fiorì un’economia diversa, un po’ come oggi per il ferro, di riciclatori artigianali ma organizzati, che si sostentavano di questo. Molte famiglie, in un contesto economico favorevole, incominciarono a sottovalutare l’importanza di quelle poche lire di ritorno e parallelamente si facevano strada materiali alternativi per i contenitori, come il PET ed il tetrapak. Il sistema è stato messo in un angolo.
Ora però, evidenze alla mano, torna di moda. Tra queste, ci sono gli esempi di paesi che lo hanno reintrodotto. In Australia, in diverse contee, l’attività di Clean up Australia, ha confermato sul campo come la maggior parte dei rifiuti tirati su dalle spiagge, dalle strade, dai greti dei fiumi, siano di contenitori di cibo e bevande. Alcune contee, sulla base di questi risultati, sono tornate sui propri passi e hanno reintrodotto il vuoto a rendere. Il risultato è stato l’85% di recupero dei contenitori, contro un 35% a livello nazionale. L’88% degli australiani è pronto per una legge sul tema.
È possibile reintrodurlo anche in Italia ? La risposta potrebbe essere positiva. Potrebbe, perché c’è qualche perplessità sui costi. Il deposito è comunque una partita di giro e perciò non applicabile. Il trasporto invece sarebbe più costoso. Se è vero che ciò che arriva pieno di pronti per il consumo, può ritornare pieno di contenitori vuoti, è altrettanto vero che il costo di un tir vuoto, è però minore di quello di uno pieno (anche se di bottiglie vuote). Scusate il giro di parole, ma qualcosa nel ritorno delle bottiglie vuote, ce lo lasciamo.
Comunque, esistono esperienze positive, come quella della Migros, che riusa anche le bottiglie in PET, riprendendo anche quelle dei concorrenti; la cosa buffa è che le bottiglie sono diverse l’una dall’altra. E un’esperienza positiva, si sta affermando in Italia, con un sistema simile al vuoto a rendere. È quello della spina, già famoso per il latte, ma che si sta diffondendo anche per altri prodotti, dai detersivi alla pasta, dai cereali alla frutta secca, dall’acqua al vino. Salut !