Riciclo dei pannelli solari: la Pv Cycle guarda al futuro

Parlare del problema del riciclo dei pannelli solari, in un paese come il nostro, potrebbe sembrare voler in qualche modo affrettare i tempi.

Parlare del problema del riciclo dei pannelli solari, in un paese come il nostro, potrebbe sembrare voler in qualche modo affrettare i tempi. In Italia, il paese ‘ddo sole per antonomasia, la copertura dei tetti fotovoltaici è infatti pari solo allo 0,5% del territorio nazionale per una produzione energetica che rappresenta appena lo 0,01% di quella totale. Ed anche se per l’EPIA (European Photovoltaic Industry Association) il fotovoltaico è, tra le fonti rinnovabili, quella a più rapida diffusione nell’UE, con i nostri 30,3 MW prodotti, siamo, secondo il “baromètre du photovoltaique” di EurObserver, al quarto posto nella classifica europea per potenza fotovoltaica istallata.

Prima di noi anche la vicina e non certo altrettanto soleggiata Germania che con i suoi 794 MW, superando il Giappone, detiene virtuosamente il primato mondiale. Cresciamo lentamente, ma comunque cresciamo e prima o poi necessiteremo anche noi di una politica di recupero e smaltimento delle installazioni fotovoltaiche, «anche se le prime operazioni su larga scala di sostituzione dei pannelli solari avranno luogo solo tra 10-15 anni, è necessario pensarci già adesso». Ad affermarlo è Jan Clinke, direttore generale di Pv Cycle, l’ Association for the Recovery of Photovoltaic Modules, associazione no-profit nata a Bruxelles nel luglio 2007 che, in assenza di una direttiva europea, si è posta come obiettivo quello di realizzare un sistema di raccolta, riparazione, riutilizzo e riciclo di tutti quegli impianti fotovoltaici usati che, secondo le statistiche, nel 2040 potrebbero pericolosamente trasformarsi all’incirca in 33.500 tonnellate di e-waste in più da gestire.

I partecipanti al consorzio, 36 aziende che rappresentano circa il 70% del settore fotovoltaico in Europa, finanziano interamente il progetto. Il quale sarà pienamente attivo nel 2015, quando lo smaltimento dei pannelli inizierà ad essere consistente, impegnandosi a raccogliere il 65% dei moduli istallati dal 1990 ed a riciclare l’85% dei materiali. In Germania, dove il fotovoltaico corre veloce, una società associata alla Pv Cycle, l’americana First Solar, ha annunciato la costruzione del primo impianto in Europa per lo smaltimento dei pannelli capace di recuperarne il 90%.

L’associazione ha inoltre attuato una strategia informativa a livello europeo per incoraggiare l’intera industria fotovoltaica fornendo sufficienti e affidabili mezzi finanziari per sostenere le attività di recupero e riciclaggio dei moduli fotovoltaici. Lo slogan della prima campagna di raccolta? “Energia fotovoltaica = energia doppiamente verde”. E doppiamente economica, aggiungeremmo, poiché, se gli obiettivi che si è posta la società belga venissero raggiunti, il risparmio ottenuto dal riutilizzo dei materiali, sortendo l’effetto di poter produrre a prezzi minori, favorirebbe una diffusione del fotovoltaico in tempi ancora più rapidi rispetto a quelli previsti.

Proprio ciò che potrebbe aiutare il nostro paese ad imboccare più facilmente la strada dell’energia solare. Tra le aziende italiane, la prima ad averlo capito è stata la società milanese Arendi che ha aderito, nel gennaio 2008 all’organizzazione della Pv Cycle, garantendo così al cliente il sostenimento delle spese per il ritiro ed il recupero dei moduli a fine vita. Speriamo sia l’inizio di un cammino luminoso.

Rosa Simonetta

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