Come smaltire correttamente o riciclare le vecchie TV a tubo catodico? Ecco alcune idee
Come smaltire correttamente o riciclare le vecchie TV a tubo catodico? Nel 2012 passeremo tutti definitivamente alla tv digitale terrestre e chissà, in questi poco più di due anni, quanti saranno i televisori che, dopo un onorata carriera analogica, andranno ad aggiungersi a quei 182 milioni di Kg di Rifiuti di Apparecchiature Elettroniche ed Elettriche, la categoria di rifiuti in più rapido aumento a livello globale con un tasso di crescita tre volte superiore ai rifiuti normali, che in Italia produciamo ogni anno. Niente paura.
In termini di capacità produttiva sembra che gli 80 impianti accreditati e coinvolti nel recupero e nello smaltimento dei RAEE (l’elenco completo delle aziende lo trovate sul sito del Centro di Coordinamento RAEE), siano già pronti a tener testa a tale, ingombrante incremento.
Il nostro paese, rispondendo alla direttiva della Comunità Europea 2002/96, si è dotata di un sistema normativo che regola la gestione dei rifiuti RAEE con il dlgs 151/2005; obiettivo: prevenzione della produzione di rifiuti RAEE, promozione del reimpiego e riciclo per ridurne la quantità destinata allo smaltimento in discarica e non per ultimo la riduzione dell’uso di sostanze pericolose contenute in queste apparecchiature secondo la direttiva RoHs (Restriction of Hazardous Substances), obbligatoria dal 1° luglio 2006, che pone vincoli all’uso di piombo, cadmio, mercurio, cromo esavalente, bifenili polibromurati, etere di difenile promobromurato per i prodotti fabbricati o importati nell’UE.
Figura centrale dell’attuazione di tali provvedimenti diviene il produttore inteso sia come azienda che fabbrica l’apparecchio elettronico, sia come private labels (chi rivende con il proprio marchio prodotti di altri fornitori), sia come impresa importatrice. Mentre i Comuni dovranno assicurare accessibilità, adeguatezza e funzionalità ai Centri di Raccolta pubblici dei RAEE ed i distributori il ritiro gratuito delle apparecchiature dismesse dai consumatori, i produttori avranno l’obbligo di finanziare e gestire sia le attività di trasporto dai Centri di Raccolta agli impianti specializzati, sia le operazioni di trattamento con garanzia di raggiungimento di specifici obbiettivi di recupero, di reimpiego e riciclaggio dei materiali e delle sostanze.
Le aziende produttrici europee, che vengono così obbligatoriamente chiamate ad assumersi nuovi impegni etici, ecologici ed economici si organizzano e cercano inspirazione, guardando al Giappone. Il Metec, il Matsushita Eco-Technology Centre, l‘impianto di disassemblaggio di uno tra i maggiori colossi della produzione di tecnologia al mondo (Matsushita detiene vari marchi, da noi il più conosciuto è Panasonic), un edificio bianco, silenzioso perso tra le verdi risaie a nord di Osaka, pare destinato infatti, secondo il parere soddisfatto del suo presidente Fumio Ohtsubo, a diventare il modello da esportare.
Qui, dal 2001, vecchi televisori ed elettrodomestici a fine carriera vengono disassemblati al ritmo di un milione di pezzi l’anno secondo una strategia che lega coscienza ecologica e nuova economia: si apre alle istanze ambientaliste che, in un Giappone devastato da anni di cementificazione selvaggia, si fanno sempre più urgenti e dall’altra si sperimentano nuovi business, si fanno nuovi soldi. Perché il riciclo dei preziosi materiali contenuti nelle apparecchiature elettriche come ferro, rame, vetro, alluminio, rende. Talmente tanto che, con tale politica, il Metec riuscirà a rendersi totalmente autosufficiente, coprendo tutti i costi di mantenimento, compresi gli stipendi dei suoi 180 operai.
Elogiando l’ exemplum green giapponese, in Italia invece, dove, come abbiamo visto, nei primi mesi dell’anno sono stati dimessi circa 1,8 milioni di televisori, la battaglia per la raccolta dei vecchi apparecchi si combatte sul piano del vetro: il progetto Glass Plus di ReMedia, il principale Sistema Collettivo italiano multi-settore per la gestione sostenibile dei RAEE, si avvale di una strategia rivoluzionaria di riciclo dove, grazie all’aggiunta di un impasto ceramico totalmente innovativo, il vetro presente nei tubi catodici dà vita a collezioni di ceramiche e piastrelle ecosostenibili conformi allo standard internazionale LEED (Leadership in Energy and Environmental Design). Presentato in anteprima esclusiva in occasione del Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno di Bologna, il Glass Plus è però un progetto destinato a vita breve: nelle moderne flat tv infatti, lo schermo protettivo in policarbonato costa meno, si usura con molta più facilità ed il suo riciclo non è proprio eco-friendly.
Nell’attesa di bianche fabbriche o di camminare a piedi nudi su piastrelle catodiche noi vi consigliamo di sbrigliare la vostra immaginazione e tentare di dare una nuova veste ed una nuova vita alla vostra vecchia tv perché il riciclo più green, come sapete, parte proprio dal salotto di casa vostra.
Prima di tutto chiedetevi se sia davvero da buttare: con un semplice lettore dvd od un videoregistratore, il vostro tv color potrebbe continuare a rendersi utile nelle scuole, nelle associazione od anche solo a casa vostra, per la cameretta dei vostri bambini divora-cartoni.
Ed anche se il vostro apparecchio fosse inesorabilmente andato, non disperate: avete tra le mani un prezioso, eclettico elemento neo-vintage pronto a trasformarsi in idee di design e d’arredamento fai-da-te ed a lasciarsi, in tal modo, ancora guardare.
Da semplice porta-oggetti a mobiletto per bar, potete sbizzarrirvi a dare un nuovo valore al vostro vecchio televisore anche se non dovete dimenticare che le TV possono contenere mercurio, cadmio, piombo ed altri materiali pericolosi, quindi in qualsiasi cosa vogliate trasformarle, informatevi prima di cominciare l’opera di riciclo creativo su come maneggiare, e dove far riciclare, le parti interne. Qualche idea? Avevate mai pensato a mandare in onda i vostri pesci rossi? Convertite in acquario lo schermo della vostra tv!(le istruzioni le trovate qui)
Amanti del tronismo televisivo? Concedetevi allora un degno seggio con un po’ di gommapiuma e del tessuto: rifoderando l’interno dell’apparecchio, darete vita ad una poltroncina dal fascino molto old-style.
I patiti del videogioco storico o del retrocomputing potrebbero invece costruirsi una propria game machine: basta collegare alla televisione una vecchia console (tipo Nintendo o Sega) e sfidare gli amici per domeniche dal sapore rétro. E per gli amanti del verde? Una tv trasformata in fioriera sarà sicuramente più bella da vedere di qualsiasi SanRemo, non trovate? Allora, forza, Non restate a guardare!