Pellicce: Inditex Group dice basta alle pellicce animali
Moda etica: Inditex (Industrias de Diseño Textil Sociedad Anónima) aderisce al Fur Free Retailer Program, lo Standard realizzato a livello internazionale che identifica le aziende impegnate contro lo sfruttamento degli animali per la loro pelliccia.
Lo standard Fur Free in pratica fornisce ai consumatori informazioni circa la politica adottata dalle aziende di abbigliamento riguardo alle pellicce, proprio per consentire alle persone di acquistare più facilmente abbigliamento fur-free. Inditex, invece, è la più grande società al mondo che opera nel settore moda: con 6.249 negozi di brand distribuiti in ben 86 Paesi, ogni anno registra un fatturato di oltre 15 miliardi di euro.
Nuova politica Ora il gruppo spagnolo, forse anche a seguito delle proteste e delle mobilitazioni soprattutto sull’uso dei conigli d’angora, dice basta agli inserti di pelliccia: nessuno più dei milioni di capi di abbigliamento e accessori commercializzati dalle aziende moda di proprietà della società porteranno applicazioni in pelliccia, nemmeno di coniglio. Tra queste: Zara e Zara Home, Bershka, Stradivarius, Oysho, Pull&Bear, Massimo Dutti, Uterque.
Inditex Group ha infatti sottoscritto con la Fur Free Alliance, rappresentata in Italia dalla LAV, l’impegno a non utilizzare più alcun tipo di pelliccia animale nelle proprie collezioni e la rinuncia riguarda anche le pellicce derivanti dalla filiera alimentare.
“Assistiamo a un numero sempre maggiore di aziende che prendono una posizione etica contro lo sfruttamento degli animali per la loro pelliccia, e lo annunciano orgogliosamente. Ogni giorno animali come le volpi sono tenuti in gabbie piccole e sporche, dove vivono la loro breve vita di privazioni fino al momento in cui vengono uccisi con violenza, per mezzo di una scarica elettrica. Per noi, è molto facile capire perché così tante aziende decidono di prendere le distanze da questo trattamento crudele”, spiega in un comunicato Joh Vinding, Presidente del Fur Free Alliance.
“Con la sua adesione allo Standard Internazionale Fur Free, Inditex manda un forte segnale al mondo della moda. Sono così già 300 i marchi di abbigliamento impegnati a non utilizzare mai più pellicce animali e siamo certi che nel 2014 molti altri seguiranno questo percorso che caratterizza la responsabilità e sostenibilità delle aziende moda”, conclude Simone Pavesi, Responsabile LAV Campagna Pellicce.
Come riconoscere se un capo è in pelliccia? Semplice, come sempre basta leggere l’etichetta! Dall’8 maggio del 2012 tutti i capi con pelliccia, piume o pelle devono avere la dicitura “Contiene parti non tessili di origine animale“.
In ogni caso, qui sotto vi mostriamo tutte le marche italiane e straniere che si sono impegnate a non utilizzare più pellicce animali nelle loro collezioni:
- Adolfo Dominguez
- American Apparel
- ASOS
- Bershka
- Brunotti
- Cos
- Dodipetto
- Dresses only
- Elisabetta Franchi
- Elsien Gringhuis
- Elvine
- Esprit
- Etnies
- Firefly
- Geox
- G-sus
- H&M
- Helly Hansen
- iDo
- Intersport Italia
- Jack Wolfskin
- King Louie
- Lorca
- Massimo Dutti
- McKinley
- Miniconf
- Nunph
- NVK Daydoll
- Oysho
- Paris Ciccone
- PRC
- Pro Touch
- Pull and bear
- Quagga
- Sarabanda
- Stat divisions
- Stradivarius
- Tops only
- TU&TU
- Twin couture
- Zalando
- Zara
E qui invece le marche italiane e straniere che hanno dichiarato di NON utilizzare pellicce ma che NON hanno ancora aderito allo standard Fur Free:
- Aber Crombie
- American Eagle
- Anthology of Cotton
- Banana Republic
- Benetton
- Calvin Klein
- Converse
- Diesel
- Etam
- Fiorucci
- Foot Loocker
- Gap
- Guess
- Hollister
- Killah
- Killer Loop
- Lacoste
- Levi’s
- Love Therapy
- Miss Sixty
- Murphy&Nye
- Nautica
- Nike
- OVS
- Playlife
- Puma
- Sisley
- Stella McCartney
- Timberland
- Tommy
- Undercolors
- Vans
Germana Carillo
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