Right2Water: No alla privatizzazione dell’acqua, l’Europa dà ascolto ai cittadini

L’acqua è un bene comune, un diritto per tutti. Gli organizzatori della campagna Right2Water hanno richiesto con urgenza alla Commissione Europea di garantire l’accesso all’acqua come un vero e proprio diritto umano e di vietare la liberalizzazione dei servizi idrici in Europa. Si tratta del promo dibattito aperto all’opinione dei cittadini europei svoltosi presso il Parlamento. Finalmente, i cittadini UE possono far sentire la propria voce.

L’acqua è un bene comune, un diritto per tutti. Gli organizzatori della campagna Right2Water hanno richiesto con urgenza alla Commissione Europea di garantire l’accesso all’acqua come un vero e proprio diritto umano e di vietare la liberalizzazione dei servizi idrici in Europa. Si tratta del primo dibattito aperto all’opinione dei cittadini europei svoltosi presso il Parlamento. Finalmente, i cittadini UE possono far sentire la propria voce.

L’udienza ha avuto luogo nella giornata di ieri, lunedì 17 febbraio 2014, ed è parte del progetto European Citizens’ Initiative (ECI), dedicato alle iniziative dei cittadini europei. Gli europarlamentari si sono espressi a favore del punto di vista dei cittadini, sottolineando che l’accesso all’acqua rappresenta un diritto fondamentale. Secondo alcuni però, le regole sulla fornitura di acqua potabile dovrebbero rimanere di competenza dei singoli Stati.

Il gruppo Right2Water ha raccolto quasi 2 milioni di firme attraverso una petizione nata per richiedere alla Commissione Europea di presentare una legge valida per assicurare l’acceso universale all’acqua potabile in tutta l’Unione Europea, con la possibilità di presentare le proprie richieste alla prima udienza aperta alla European Citizens’ Initiative. L’ECI è stata introdotta dal Trattato di Lisbona per dare ai cittadini europei la possibilità di contribuire all’ordine del giorno internazionale. Le iniziative proposte devono raccogliere almeno 1 milione di firme e ottenere l’approvazione di almeno 7 dei 28 Stati membri, entro 12 mesi dalla data di registrazione. La raccolta firme lanciata un anno fa sta raccogliendo i primi successi e i rappresentanti dei cittadini hanno finalmente ottenuto un’udienza europea.

La riunione è stata organizzata dalla Commissione Ambiente ed ha visto la partecipazione dei rappresentanti del comitato di cittadini Right2Water, degli europarlamentari e della Commissione Europea, che preparerà una risposta scritta al riguardo entro il prossimo 20 marzo.

Il Parlamento ha riconosciuto che l’acqua è una risorsa da condividere per l’umanità e un bene pubblico il cui accesso dovrebbe costituire un diritto fondamentale e universale. Ma è necessario fare di più e coinvolgere tutte le parti in gioco per proteggere le risorse idriche e garantire il diritto di tutti i cittadini all’acqua potabile. secondo quanto dichiarato da Matthias Groote, presidente della Commissione Ambiente.

Secondo il comitato Right2Water, la fornitura e l’accesso all’acqua potabile sono servizi pubblici essenziali per tutti. È inoltre importante che i cittadini paghino delle cifre ragionevoli in base ai servizi effettivamente ricevuti. Con l’assemblea che ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei cittadini europei, l’UE cambia la propria modalità di dare ascolto alla società e lo fa riflettendo su come legiferare al meglio riguardo ad un tema cruciale come quello dell’accesso all’acqua. A parere dei cittadini, l’acqua è un diritto umano e la sua gestione dovrebbe rimanere pubblica.

Secondo i rappresentanti dei cittadini, l’UE dovrebbe impegnarsi a vietare la liberalizzazione dei servizi idrici. La speranza è che la Commissione Europea possa davvero rispettare e prendere in considerazione il parere espresso dall’ECI. I cittadini continueranno ad opporsi ad ogni tentativo di privatizzazione che potrebbe svolgersi dietro le quinte. Appare infatti del tutto chiaro che il percorso verso un reale riconoscimento dell’accesso all’acqua come diritto umano universale risulterà ancora molto lungo. Ci si augura che il nuovo strumento di democrazia partecipativa che vede il coinvolgimento dei cittadini possa funzionare, così da poter aprire un canale di comunicazione diretta con le istituzioni europee sulle prossime decisioni.

Marta Albè

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