Come purificare l’acqua con i vecchi CD (Video)

Come riutilizzare i vecchi CD? Nessun oggetto dovrebbe essere considerato inutile, nemmeno se datato. Alcuni scienziati stanno sperimentando il loro impiego per purificare l’acqua. Il riferimento, ovviamente, non è alle collezioni di CD musicali originali e di valore, ma ai vecchi CD-Rom o CD masterizzati che non vengono più usati da anni.

Come riutilizzare i vecchi CD? Nessun oggetto dovrebbe essere considerato inutile, nemmeno se datato. Alcuni scienziati stanno sperimentando il loro impiego per purificare l’acqua. Il riferimento, ovviamente, non è alle collezioni di CD musicali originali e di valore, ma ai vecchi CD-Rom o CD masterizzati che non vengono più usati da anni.

I ricercatori della National Taiwan University hanno messo a punto un sistema per ricavare dai vecchi CD delle nanoparticelle di ossido di zinco, una sostanza che è in grado di purificare le acque di scarico dagli agenti inquinanti. Din Ping Tsai e i suoi colleghi hanno costruito un dispositivo per purificare l’acqua che è in grado di sfruttare i CD e la loro superficie liscia e piatta al meglio.

I compact disc, a parere degli esperti, permettono di produrre particelle di ossido di zinco che possono contribuire al degrado delle sostanze inquinanti presenti nell’acqua. Il sistema funzionerebbe alla perfezione in presenza di raggi UV. Le nanoparticelle di ossido di zinco sono davvero microscopiche, migliaia di volte più sottili di un capello.

Sono inoltre degli utili semiconduttori a basso costo, che permettono la decontaminazione fotocatalitica delle acque inquinate. Si tratta di un metodo di trattamento delle acque di scarico la cui popolarità è cresciuta nel corso degli ultimi anni. Ma è la prima volta che vengono sfruttati dei CD per favorire il processo.

I CD risultano utili agli esperti poiché sono molto resistenti, economici ed in grado di ruotare velocemente, oltre che di favorire il passaggio della luce attraverso l’acqua. Il sistema di trattamento è semplice e non molto ingombrante. È costituito da CD ricoperti di ossido di zinco, da una fonte luminosa di raggi UV e da una struttura che consente il ricircolo dell’acqua.

A parere dei ricercatori, il nuovo strumento consuma poca energia e può agire in maniera più efficiente rispetto ad altre tecniche di trattamento fotocatalitico delle acque di scarico. Potrebbe inoltre contribuire alla soluzione del problema del mancato accesso all’acqua potabile nelle zone più disagiate del mondo. L’invenzione verrà presentata in occasione del prossimo Optical Society’s Annual Meeting di Orlando, in Florida.

Marta Albè

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