Stop vivisection: tutta la verità sulla sperimentazione animale in Europa (video)

Sono rimasti 23 giorni per raggiungere il milione di firme entro il 1 novembre 2013 per la petizione Stop Vivisection. In Italia, secondo i dati aggiornati alle 08.00 di questa mattina, a firmare sono stati 505,424 cittadini, superando di cinquemila firme il limite stabilito di mezzo milione.

Sono rimasti 23 giorni per raggiungere il milione di firme entro il 1 novembre 2013 per la petizione Stop Vivisection. In Italia, secondo i dati aggiornati alle 08.00 di questa mattina, a firmare sono stati 505,424 cittadini, superando di cinquemila firme il limite stabilito di mezzo milione.

Si tratta della quota nazionale più alta, superata ad oggi anche da Belgio (135%), Germania (109%), Spagna (104%), Slovenia (184%) e Slovacchia (194%). E, se si considera che Bulgaria (95%), Francia (87%) e Ungheria (85%) sono a buon punto, è facile ipotizzare che verrà superata la quota di 7 Paesi con soglia nazionale raggiunta, così come prevede il regolamento europeo.

DI COSA SI TRATTA – L’iniziativa popolare dà la possibilità ai cittadini europei di partecipare in prima persona all’attività legislativa dell’Unione Europea. E con STOP VIVISECTION essi possono esprimere il proprio no alla sperimentazione animale, chiedendo all’Unione un percorso scientificamente avanzato ealternativo alla sperimentazione, a tutela degli esseri umani e dei diritti degli animali.

La richiesta diretta è quella di abrogare la direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, un dispositivo indifferente davanti all’ecatombe che si consuma ogni giorno, tra atroci e inutile sofferenze, nei nostri laboratori, e di presentare una nuova proposta che abolisca l’uso della sperimentazione su animali, rendendo nel contempo obbligatorio, per la ricerca biomedica e tossicologica, l’uso di dati specifici per la specie umana.

più DI 800 MILA FIRME – Da quando fu scritto il Codice di Norimberga, infatti, oggi, in parte grazie ai progressi della biologia evoluzionistica e della teoria della complessità, la scienza ha approfondito la conoscenza delle differenze intraspecie e interspecie e questa conoscenza confuta le premesse su cui si fonda il Codice di Norimberga. Anche i dati empirici lo confermano, come spiega un approfondito dossier a firma di 3 medici nordamericani, che smonta a una a una le argomentazioni addotte dai vivisettori (clicca qui per scaricare il pdf).

L’unica alternativa etica per la società, e in verità anche la più preziosa per il progresso della medicina, consiste, quindi, nel sostituire la ricerca basata sugli animali con modalità che si dimostrano promettenti per lo sviluppo di farmaci e terapie. Ne consegue che politiche e procedure che istituzionalizzano la ricerca basata sugli animali vanno riviste e riformate. Ci credono gli 812,796 cittadini d’Europa che hanno firmato Stop Vivisection.

stop vivisection firme

stop vivisection contatore

LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE È PERICOLOSA – Alle istituzioni tutti loro ricordano che l’articolo 13 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea stabilisce che “l‘Unione e gli Stati membri tengono pienamente conto delle esigenze e del benessere degli animali in quanto esseri senzienti“. Questo riconoscimento ufficiale porta in sé l’obbligo morale di rispettare i diritti fondamentali degli animali, che devono pertanto essere riconosciuti come una priorità dall’Unione europea e dai suoi Stati membri, e tutelati attraverso un coerente quadro legislativo comunitario.

Da questo punto di vista, la sperimentazione animale è una pratica inaccettabile, in quanto impone illimitato dolore e sofferenza a esseri senzienti e senza difesa. Ma alle ragioni dell’etica, si aggiunge anche l’appello di parte del mondo della scienza, convinto sempre più che il “modello animale”, non predittivo per l’uomo, sia privo di valore scientifico. Per questo la pratica della sperimentazione animale rappresenta un pericolo per la salute umana e per l’ambiente e un freno allo sviluppo dei nuovi metodi di ricerca biomedica fondati sulle straordinarie acquisizioni scientifiche del nostro tempo.

In considerazione di quanto precede, noi sottoscritti cittadini europei richiediamo alla Commissione europea l’abrogazione della direttiva 2010/63/UE (detta “per la protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici”), con la presentazione di una nuova proposta di direttiva che sia finalizzata al definitivo superamento della sperimentazione animale e che renda obbligatorio per la ricerca biomedica e tossicologica l’utilizzo di dati specifici per la specie umana in luogo dei dati ottenuti su animali“, recita il testo che si sottoscrive con la petizione.

OLTRE L’ARTICOLO 13 – Insomma, siamo davvero a un passo da un cambiamento epocale, mentre il destino di milioni di animali dipende solo da ciascuno di noi. In Italia la Commissione Affari Sociali della Camera ha espresso il proprio parere favorevole all’articolo 13 del Disegno di Legge europea 2013, che restringe la vivisezione e incentiva il ricorso ai metodi sostituivi di ricerca, recependo proprio la direttiva europea.

Tra i punti più salienti, oltre alla norma “anti-Green Hill”, che vieta sul territorio nazionale l’allevamento di cani, gatti e primati per scopi scientifici e che segna la fine del lager di Montichiari, ci sono anche i divieti a pratiche come i test per droghe, alcool, tabacco, armi, didattica, limiti ad alcuni utilizzi e obbligo di anestesia e analgesia, che fino ad oggi non venivano usate in almeno il 20% degli esperimenti sui quasi 900mila animali che ogni anno vengono ancora torturati e uccisi nei laboratori italiani.

Ma si tratta solo di un punto di ri-partenza e non di arrivo. Perché c’è ancora tanto, tantissimo, da fare e ottenere. Molti punti del nuovo dispositivo di legge sono importante a livello simbolico, ma poco significativi nella pratica. Per fare un esempio, il cosiddetto emendamento “anti Green Hill” proibisce l’allevamento dei cani, ma non la sperimentazione sugli stessi. In pratica, i beagle necessari alla vivisezione verrebbero semplicemente allevati altrove e importati in Italia dall’estero.

LE SCAPPATOIE DELLO STOP AI TEST COSMETICI – Nemmeno lo stop dell’Europa ai test su animali per i prodotti cosmetici, a partire da lunedì 11 marzo grazie alla direttiva europea 2003/15/CE, è davvero sufficiente per dire basta alla sperimentazione animale su creme, shampoo e profumi, visto che consente ai vivisettori di usufruire di alcune scappatoie. A lanciare l’allarme è la Leal, che invita a porsi una serie di domande:

1 – Che cosa significa – nella fattispecie- che “L’applicazione pratica del divieto di immissione sul mercato applicabile dal 2013 sarà decisa caso-per-caso dall’autorità dello Stato membro interessato? (pagina 9)

2 – Che cosa significa che “La maggior parte degli ingredienti utilizzati nei prodotti cosmetici è impiegata, sempre come ingredienti, anche in molti altri prodotti di consumo e industriali, quali ad esempio i prodotti farmaceutici, i detergenti e i prodotti alimentari e LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE PUO’ ESSERE NECESSARIA per garantire il rispetto del quadro giuridico applicabile a tali prodotti”? (pagina 9)

3 – Che cosa significa che “Gli ingredienti utilizzati nei prodotti cosmetici saranno in genere soggetti anche agli obblighi orizzontali previsti dal regolamento REACH e LA SPERIMENTAZIONE ANIMALE PUO’, IN ULTIMA ISTANZA, ESSERE NECESSARIA per completare i rispettivi dati“? (pagina 9)

4 – Che cosa significa che “Spetta quindi agli Stati membri valutare e decidere se la sperimentazione prevista conformemente ad altri quadri normativi vada considerata [oppure no, ndr] rientrante nel campo di applicazione del divieto di immissione sul mercato applicabile dal 2013″? (pagina 9)

5 – Che cosa significa che “Gli Stati membri DOVREBBERO dotarsi di meccanismi idonei ed efficaci per contrastare i possibili RISCHI DI ABUSI nell’applicazione del divieto di sperimentazione e di immissione sul mercato [di prodotti cosmetici testati sugli animali, ndr]”? (pagina 10)

6 – Che cosa significa che “Per consentire una vigilanza del mercato efficace, le persone responsabili dovrebbero provvedere affinché la data e il luogo della sperimentazione siano chiaramente documentati, nel caso in cui la documentazione informativa sul prodotto si basi sui dati della sperimentazione animale”? (pagina 10).

Insomma, non è difficile capire che l’unica vera risposta a nostra disposizione è proprio l’iniziativa popolare. Per questo è importante firmare e condividire www.stopvivisection.eu/it, anche scaricando i moduli cartacei (per scaricarli clicca qui) per far firmare più persone possibile. Mancano pochi giorni al 31 ottobre, facciamo in modo che la sperimentazione animale abbia le ore contate.

Roberta Ragni

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