Guida all’eco-cosmesi: bellezza sicura e sostenibile

La guida di greenMe.it agli eco-cosmetici, un percorso informativo e divertente nella giungla dei prodotti biologici ed ecologici dedicati alla bellezza e alla cura del corpo, dalla testa ai piedi.

“Ventiquattr’ore dopo essere stata informata che avrei avuto bisogno del nécessaire per il trucco e di un numero consistente di consigli, Allison aveva creato la prima linea di cosmetici democratici che-stan-bene-proprio-a-tutte”.

Il diavolo veste Prada, Luaren Weisberger

La guida di greenMe.it agli eco-cosmetici, un percorso informativo e divertente nella giungla dei prodotti biologici ed ecologici dedicati alla bellezza e alla cura del corpo, dalla testa ai piedi.

Introduzione

Dai capelli alla punta dei piedi, passando per le mani, spesso ruvide, i glutei, troppo spesso cellulitici, e un altro miliardo di parti corporee da tenere a bada. Senza arrivare (non sempre) agli eccessi descritti dalla Weisberger, la cura del proprio corpo è uno dei passatempo preferiti non solo dai narcisisti.

Ma quanto ci costa? E non solo in termini economici. I cosmetici convenzionali contengono una serie infinita di sostanze inquinanti e dannose, oltre a essere ben impacchettati e sigillati da cellophane e cartoncini di diverso genere e specie.

I prodotti che utilizziamo ogni santo dì per farci carini, profumati e seducenti in realtà nascondono derivati petroliferi, siliconi, sostanze non biodegradabili, “cessori” di formaldeide (ossia quelle sostanze che nel tempo rilasciano una molecola valutata cancerogena dall’Oms, e altre molecole dall’effetto ignoto.

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E allora, se vogliamo evitarci la tortura di passare in rassegna tutto ciò che un cosmetico può contenere di potenzialmente pericoloso, possiamo almeno orientare la nostra scelta verso quei prodotti che, piuttosto, già assicurano di non trattenere sostanze chimiche tossiche.

Ovviamente, la domanda sorge spontanea: chi o cosa ci garantisce che un determinato prodotto sia rispettoso della nostra pelle e dell’ambiente?

Bene, anche nell’ambito della cura personale è possibile venire a conoscenza di un bel po’ di consigli per consumare criticamente. Ecco alcune regole su come comportarsi con i prodotti convenzionali e altre per muoversi nel fantastico mondo della “bioecocosmesi“.

Statistiche

  • Da 1 a 400 milioni di tonnellate all’anno: di tanto è cresciuta dal 1930 a oggi la produzione di sostanze chimiche e quella dell’Europa è pari a un terzo della produzione mondiale (fonte: Greenpeace);
  • 6/7: sono di media le volte al giorno in cui gli italiani utilizzano prodotti cosmetici, superando le 25 volte se si tratta di donne (fonte: Unipro);
  • il settore della cosmetica in Italia ha chiuso il 2008 con un fatturato in crescita dell’1,2% a 8,34 miliardi di euro, un valore di mercato pari a 9,07 miliardi (+0,8%) e un export in aumento del 2,1% a oltre 2,31 miliardi (fonte: Unipro);
  • 70%: è, d’altro canto, l’aumento di cosmetici naturali e di punti vendita in Italia tra il 2007 e il 2008 (fonte: Icea);
  • 85%: l’incremento del fatturato, che si assesta sui 6 milioni di euro con un catalogo di 1.800 prodotti dotati del marchio Icea per cosmetici naturali controllati (fonte: Icea).

Cosmetici tradizionali e bioecologici: consigli per l’uso

Capelli lucidi e lisci effetto seta con un solo colpo di spazzola, niente zampe di gallina intorno agli occhi, denti splendenti, vita stretta e addome piatto. Se proprio non ci volete credere che per ridurre i chili in eccesso a volte basta non prendere l’auto per fare 20 metri e concedersi un minimo di attività fisica, ricordatevi almeno che, il più delle volte, abbiamo bisogno solo della metà di tutti i prodotti che riempiono il bagno.

Così come con i prodotti per la pulizia della casa, anche con i cosmetici possiamo ridurre il numero di acquisti, spendere un po’ di più ma comperare quegli articoli bioecologici di qualità decisamente migliore.

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Intanto, atteniamoci ad alcune piccole norme:

Leggere l’INCI

Ossia l’International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, l’elenco degli ingredienti dei cosmetici, obbligatorio dal 1997 per tutti i prodotti. Al primo posto è indicato il componente contenuto in quantità maggiore, fino a quello presente in percentuale più bassa.

Gli ingredienti di derivazione vegetale che non sono stati sottoposti ad alcun intervento chimico vengono indicati con il loro nome latino (per esempio l’Helianthus annuus oil non è nient’altro che l’olio di girasole), mentre le sostanze che hanno subito un processo chimico riportano un nome inglese. Inoltre, i coloranti compaiono sempre in fondo alla lista con la sigla C.I. (Color index), tranne quelli per i capelli che sono segnalati con il nome chimico inglese (per esempio Hc yellow no.10).

Consultare il biodizionario

Ottimo per comprendere i termini spesso incomprensibili che ci scorrono sotto gli occhi.

Il biodizionario, serve a capire di cosa si sta parlando e il grado di “pericolosità” del componente.

Attenti alla scadenza

Non tutti sanno che anche i cosmetici, tradizionali e non, hanno un termine, per legge indicato o dalla dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro…”, se la scadenza è inferiore ai 30 mesi, o dal simbolo di una scatolina aperta per la scadenza successiva alla prima apertura espressa in mesi.

Un po’ di pazienza

Convertirsi alla cosmetica naturale richiede un pizzico di arrendevolezza iniziale. La pelle e i capelli che non sono abituati ad accogliere ecoprodotti potrebbero non reagire prontamente secondo le nostre aspettative. È necessario che si “disintossichino” e disabituino ai prodotti sintetici. Il risultati poi saranno eccezionali!

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E la schiuma?

Su! Ormai lo sanno tutti che “schiuma” non è sinonimo di “pulizia”. In realtà è solo il segnale di un elevatissimo numero di sostanze di sintesi, nocive per l’uomo e l’ambiente. Se il nostro nuovo shampoo o detergente fa poca schiuma, abbiamo scelto quello giusto!

La biocosmetica, dai capelli in giù

Come dicevamo, passare a detergenti e prodotti per la bellezza ecosostenibili può risultare inizialmente difficoltoso. I capelli non appariranno subito lucidi né la pelle liscia e senza macchie in un sol colpo. Bisogna darsi del tempo, consapevoli che ne troveremo giovamento prestissimo e a più lungo termine.

I capelli

Ah, noi donne! Chi li ha lisci li vuole ricci, chi li ha neri li vuole biondi… Per non parlare della razza maschia, pronta a giocarsi la madre pur di non fare i conti con la caduta libera dei capelli…

Dunque, prima regola è: accontentarsi di ciò che Madre Natura ci ha dato, senza dover per forza stravolgere la nostra chioma con trattamenti chimici, mèche, tinture e stiramenti.

Per ogni esigenza c’è un “eco rimedio“, che consente di non rovinare la struttura del capello rispettando l’ambiente:

Lo shampoo

Negli shampoo tradizionali a lavare e a rendere lucida la capigliatura ci pensano i tensioattivi chimici e i siliconi, che coprono il capello senza nutrirlo in profondità.

Gli shampoo eco biologici, dall’INCI “verde” e che si trovano per lo più in erboristeria, sono un’ottima alternativa per una cura delicata della nostra zazzera. Non fanno schiuma, ma lavano benissimo, e non aggrediscono i capelli e il cuoio capelluto. Inoltre, possono essere diluiti così da ottimizzare la loro resa, ma bisogna farlo solo al momento del loro utilizzo, per evitare che si deteriorino.

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Balsami e trattamenti

Altro che balsami alle micro-cere, fluidi miracolosi modella ricci, mousse effetto piastra! Avete mai pensato che rimedi un po’ più naturali farebbero molto meglio alla salute della vostra criniera?

Così come in mille consigli della nonna per la casa, anche per i capelli, per esempio, si può “lucidare” il pelo utilizzando l’aceto all’ultimo risciacquo.

E, assodate anche le straordinarie proprietà degli agrumi per i capelli, esiste un ventaglio infinito di scelte in quanto a metodi naturali.

Tea tree, miele, yogurt, cacao, olio di oliva o proprio succo di limone, c’è da sbizzarrirsi nel fare impacchi a casa contro i capelli grassi o deboli. I consigli su alcuni blog e siti: ecobioplanet e saicosatispalmi.

Come asciugarli

Il rimedio più naturale sarebbe al sole, ma non sempre questa fantastica fonte energetica è a disposizione…

Dopo aver lavato i capelli, è bene asciugarli con un asciugamano, meglio se ecologico, e poi usare solo per il giusto necessario il phon. Oltre a consumare parecchia energia elettrica, sfibra il capello e provoca secchezza del cuoio capelluto.

Meglio ancora se ci armiamo di un asciugacapelli ecologico, che regala chiome impeccabili a basso risparmio energetico.

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Colorazioni

Molte donne hanno una fissa particolare per la… nuance dei propri capelli. Guai a saltare l’appuntamento dal parrucchiere per coprire la famigerata ricrescita e ritoccare finanche il colore delle sopracciglia!

Ebbene, molte tinture per capelli contengono acetato di piombo e nitrato d’argento, che solo i nomi è tutto un programma. Senza star qui a discutere ancora sulla pericolosità di certi ingredienti delle colorazioni chimiche (e senza parlare dell’acqua utilizzata per il lavaggio, smaltita con un carico notevole di inquinanti), alternative naturali ce ne sono eccome per donne (e uomini) green. E mentre in alcuni saloni di parrucchieri si è già scommesso su tinte senza ammoniaca o quant’altro, in Giappone hanno scoperto un enzima che potrebbe schiarire i capelli in maniera del tutto naturale.

Viso e corpo

Gioie e dolori, amori e dissapori si imprimono sul nostro viso come marchi. E il passare degli anni ci mette il suo. La pelle risente moltissimo di tutto ciò che ci passa per la testa e non c’è crema che tenga contro i “segni del tempo”.

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Buon sonno, sana alimentazione, niente lampade abbronzanti, un po’ di gioia di vivere in più e prendere le rughe per semplici simboli di saggezza e giudizio, potrebbero già bastare a vivere la nostra pelle serenamente.

Ma “coccolarla” non è mai un errore, soprattutto oggi che si vive in città zeppe di smog aggressivo.

E allora, ciò di cui necessita la pelle è una buona detersione unita a una delicata idratazione. Come al solito, nella scelta dei prodotti occorre leggere l’INCI e farsi aiutare dal biodizionario nell’interpretazione degli ingredienti.

In ogni caso, non basta scegliere un prodotto che, in erboristeria, si proclama naturale. Può capitare, infatti, di trovare cosmetici uguali a quelli tradizionali per ingredienti di origine chimica o di sintesi. Più in là troverete una piccola lista delle marche più sicure e le indicazioni su come si certifica un prodotto bio.

Intanto, non sono pochi i consigli della nonna per un sano mantenimento della cute.

Trucco e strucco

Prodotti per il make up ecologico ce ne sono a sufficienza per soddisfare le esigenze anche delle femminucce più vanitose. Anche in questo caso, date un’occhiata alla lista delle marche.

Quanto agli struccanti, aborrite le cosiddette salviettine umidificate, che vedono largo consumo anche sul culettino dei bebè. Di qualità pessima e fatte con componenti altamente tossici, hanno dalla loro solo il fatto di essere comode. Ma non fatevi ingannare!

Esistono piuttosto salviette in pura ovatta di cellulosa con oli essenziali o, più in generale, prodotte con materie prime provenienti da agricoltura biologica e ingredienti naturali.

E, per i metodi fai da te, è molto efficace seguire una serie di passaggi consigliati da saicosatispalmi. Innanzitutto versare tra le mani o su un dischetto di cotone qualche goccia di olio vegetale (olio di mandorle dolci, ricino, jojoba… ottimi anche per l’idratazione del resto del corpo) e strofinare sul viso.

A questo punto utilizzare un sapone vegetale per rimuovere l’olio (in internet si trovano un sacco di ricette anche per fare il sapone a casa), risciacquare e, in ultimo, usare un tonico ecobio dal ph acido.

Ottime alternative al tonico sono un po’ di succo di limone o aceto diluiti nell’acqua.

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Detergenti

Stesso discorso per i bagnoschiuma. Abbiamo già detto che la loro funzione è lavare non fare spuma e bollicine. Ce ne sono molti di irritanti per la pelle che certo non contribuiscono neanche a mantenere l’equilibrio delle acque di mari e fiumi.

Anche in questo caso, scegliere il prodotto giusto non è impresa difficile. L’importante è preferire prodotti che dichiarano un tensioattivo di provenienza vegetale, come il cocco o il polipeptide di soia.

Creme solari

Risale a circa un anno fa la raccomandazione dell’Unione europea sull’etichettatura dei prodotti per l’esposizione al sole. Sancito il divieto di usare la dicitura “schermo totale”, al suo posto va ora indicato il fattore di protezione solare (Spf, Fps o Fp), espresso con numeri fino a 50 (basso, medio, alto, molto alto), che specifica il livello di protezione contro le radiazioni UVB, quelle che provocano le scottature. Inoltre, i prodotti solari devono riportare anche un logo “UVA”, per attestare la presenza della protezione necessaria contro quelle radiazioni che provocano l’invecchiamento precoce della pelle e interferiscono con il sistema immunitario.

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Ma come sono fatte queste creme solari? Alcuni ingredienti in esse presenti possono causare reazioni fotoallergiche (come il Benzophenone-3), favorire l’assorbimento di altre sostanze chimiche presenti nella crema (come l’Octisalate) o avere una tossicità tiroidea e un’azione xenostrogenica (rischio di tumori ormonodipendenti, come il 4-Methylbenzylidene campo). In più, in molte creme solari e nei famosi dopo-sole, spesso si trovano antisettici e conservanti potenzialmente cancerogeni, come il triclosan e i parabeni.

Insomma, il solito disastro, soprattutto se si considera che poi tutte queste profumose cremette e le loro sostanze chimiche vanno a finire dritte dritte in mare!

Per proteggerci in modo più naturale impariamo prima di tutto a non esporci al sole nelle ore centrali della giornata e a indossare una maglietta di cotone se la nostra pelle comincia a implorare pietà.

Quanto alle creme, controlliamo sempre l’INCI nel momento dell’acquisto, scegliamo prodotti privi di profumi, conservanti e coloranti sintetici derivati del petrolio e prediligiamo eco-soloari con ingredienti vegetali e con emulsionanti e tensioattivi delicati. In pratica, scegliamo sempre prodotti certificati da affidabili enti di controllo.

Infine, l’alimentazione. L’abbronzatura è favorita da alcuni alimenti ricchi di vitamina A, che protegge dal sole e aumenta la quantità di melanina. La Coldiretti ha stilato una classifica sui dieci alimenti che favorirebbero la tintarella. Tra i più ricchi di vitamina A compaiono le carote, ma ci sono anche spinaci, albicocche, melone giallo e peperoni.

Se invece di rosso peperone c’è solo la vostra pelle, vuol dire che col sole avete un po’ esagerato. Le creme alla calendula, dalle proprietà emollienti, lenitive e rinfrescanti sono un ottimo rimedio naturale alle ustioni solari. Ma si possono fare anche impacchi alla camomilla, lasciando raffreddare un infuso e applicandolo sulle parti scottate, o si può utilizzare una crema alla lavanda, lenitiva e calmante. E poi non mancano altri rimedi casalinghi come infusi di malva, olio di oliva o yogurt, mentre c’è chi giura che anche il pomodoro e la patata siano una panacea contro le scottature.

E ancora

Barba e dopobarba

Quanto ai maschietti, diciamo che il loro “maggior impatto ambientale” riguarda il modo di farsi la barba. Realizzato, infatti, che pochi (se non nessuno) rimedi lasciano attaccati i capelli alla testa (diciamoci la verità, puoi metterci di tutto, dall’uovo sbattuto al germe di grano, se la calvizie c’è, c’è…), la cosa che rimane da fare all’uomo green è stare attento a poche regole per radersi e all’utilizzo di dopobarba anche fai da te, a meno che non sia fissato anche lui con la ceretta sul petto (ahi, che dolore!) o la cura dei capelli, semmai dovesse averli lunghi e folti.

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Profumi e deodoranti

Anche i profumi tradizionali non sono privi di sostanze chimiche, muschi sintetici e ftalati, che presentano una considerevole varietà di rischi per la salute e l’ambiente. Da un’analisi svolta pochi anni fa, Greenpeace ha dimostrato la presenza di muschi sintetici e ftalati in tutte le marche di profumo sottoposte ad esame (36).

Non sta a noi ora discutere sul grado di pericolosità nell’utilizzo del caro vecchio eu de parfum. Ci basti sapere che è basato su fragranze create in laboratorio attraverso processi di sintesi. Sempre meglio cautelarsi, quindi, e scegliere uno dei tanti profumi biologici e “ecochic” che sono ormai in commercio.

Per i deodoranti, il sito saicosatispalmi ancora una volta ci viene in aiuto per realizzare in casa due deodoranti del tutto naturali. Potrete notare come il bicarbonato in casa non debba mai mancare…

Unghie

Biglietto da visita per lui e per lei, una bella mano curata fa fare sempre una bella figura. Anche qui è sufficiente ricorrere ad antichi metodi.

Frizionare ogni giorno dell’olio d’oliva o di glicerina o massaggiare le unghie con del succo di limone, cui magari aggiungere poche gocce di aceto di mele, garantisce degli artigli resistentissimi (oltre a una pelle molto liscia). Si può provare anche una miscela di sale marino fino e aceto di mele, da massaggiare e tenere in posa per qualche minuto.

C’è da ricordarsi, inoltre, di utilizzare sempre i guanti per i lavori domestici e che lo smalto abbellisce le unghie e può proteggerle anche da fattori esterni, ma è bene lasciarle ogni tanto al naturale per farle “respirare”. Per rimuovere lo smalto, attenzione a utilizzare prodotti privi di sostanze sintetiche e petrolchimiche.

Ceretta

A meno che non decidiate di tirare con la pinzetta uno ad uno tutti i peli delle gambe, di modi ecologici per “tosarvi” ne trovate parecchi sul mercato. Ormai sono di uso comune le cerette al miele, ma la più sostenibile è senza dubbio quella fatta in casa con acqua e zucchero, la cosiddetta ceretta al caramello.

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Dentifrici e collutori

Molti sono i dentifrici che utilizzano solo ingredienti naturali come l’argilla, il propoli (efficace antibatterico), la salvia e la menta.

In alternativa, ancora il bicarbonato, questo volta unito a tea tree. La ricetta è semplice: basta mescolare bicarbonato (che rimuove la placca e sbianca i denti), un po’ di olio di mandorle dolci, una goccia di olio di tea tree (che elimina i batteri, così come l’estratto di semi di pompelmo) o due o più gocce di menta piperita, cannella o finocchio e spazzolare un paio di volte al giorno.

Per quanto riguarda i collutori, queste bombe per la bocca andrebbero usate con più cautela e soprattutto possono essere utili in caso di gravi infezioni, ma sempre se prescritte dal dentista.

Ci si può preparare a casa un collutorio sciogliendo in un bicchiere di acqua tiepida due cucchiaini di sale marino doppio o aggiungendo alcune gocce di propoli, o si può preferire un prodotto che contenga tintura di camomilla, oli essenziali di cumino, garofano, menta o salvia.

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Assorbenti

E ora sono dolori: le mestruazioni. Impiccio mensile, mal di pancia ogni ventotto giorni (giorno più giorno meno), sbalzi d’umore. L’unica nota positiva, quel seno un po’ più… gonfio. Ma per il resto, questa “mensilità” tutta al femminile non fa che creare disagi, anche in termini di impatto ambientale.

Considerato che non possiamo fare altrimenti, potremmo se non altro ridurre quell’abnorme uso di assorbenti e tamponi seguendo metodi un po’ più ecologici. Coppette di silicone, assorbenti in cotone o lavabili: proprio su greenMe.it trovate tutte le soluzioni.

La detersione dei bimbi

Sembrerà strano e molti di voi strabuzzeranno gli occhi, ma sappiate che fino ai 6-8 mesi i piccolini non hanno bisogno di nessun prodotto detergente. Basta semplicemente un po’ di sale marino integrale e un po’ di amido di mais sia per il corpo che per i capelli.

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A ogni cambio di pannolino, poi, si può usare un olio super delicato.

Coi più grandicelli, si può cominciare ad utilizzare detergenti delicati in ridotte quantità o una saponetta delicata alla calendula. Anche in questo caso, seguite la lista delle marche più in basso.

E ricordatevi dei pannolini e della carta igienica lavabili!

Come riconoscere i prodotti bio

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Ci siamo più volte raccomandati di leggere l’INCI, ossia l’elenco degli ingredienti che compongono un articolo, ma anche nel momento in cui ci si affida a un prodotto che si dice naturale ed ecologico bisogna stare con gli occhi ben aperti.

Ci sono, infatti, precise regole che le aziende che decidono di mettere in commercio prodotti bioecologici devono seguire, tra cui la quantità minima di ingredienti naturali utilizzati provenienti da coltivazioni biologiche (fino al 95%), i metodi di produzione e di testaggio, che non deve avvenire sugli animali.

La redazione di greenMe.it si è già occupata della certificazione Icea, ma molti sono gli enti certificatori che assicurano il rispetto dei parametri, sia nelle materie prime utilizzate che nella produzione, affinché un cosmetico venga considerato biologico.

Marche e negozi on line

Weleda www.weleda.it

Wala www.wala.it

Lavera www.lavera.com

Flora www.florapisa.it

Altre marche sono Sanoll e Anthyllis che hanno buone linee per bebè, e Apodea, con certificazione Demeter e ingredienti da coltivazioni proprie.

Sitografia

I consigli di bellezza

www.saicosatispalmi.org/

Approfondimenti

www.biodizionario.it

www.bicarbonato.it

elenco delle aziende cosmetiche operanti in U.E. a cui si possono rivolgere domande www.european-cosmetics.info/site/index.cfm?SID=14075

Statistiche

www.greenpeace.it

www.unipro.org

www.eea.europa.eu/it

www.coldiretti.it

www.who.int/en/

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