Farmer’s Market: la guida per fare la spesa dal contadino

Lo sapevate che ogni pasto percorre in media 1900 chilometri prima di giungere sulle nostre tavole? E che consumare prodotti locali aiuta la salute, le tasche e l’ambiente? Molto probabilmente la risposta è si, altrimenti non si spiegherebbe l’enorme successo riscontrato già nel 2010 da Farmer’s Market, gruppi di acquisto solidale (GAS) e mercatini bio.

Lo sapevate che ogni pasto percorre in media 1900 chilometri prima di giungere sulle nostre tavole? E che consumare prodotti locali aiuta la salute, le tasche e l’ambiente? Molto probabilmente la risposta è si, altrimenti non si spiegherebbe l’enorme successo riscontrato già nel 2010 da Farmer’s Market, gruppi di acquisto solidale (GAS) e mercatini bio.

Ci troviamo di fronte a una vera e propria tendenza nei consumi che delinea fortemente un fenomeno sociale sempre più diffuso: mangiare green e mangiare sano piace e fa bene alla salute delle persone e del Pianeta.

Insalate di stagione, fragole dolci e succose, pomodori vermiglio e miele ambrato dai mille gusti e fragranze. Sono solo alcune delle primizie che irrompono sui banchetti dei contadini dei mercati di Campagna Amica e non solo. Poter scegliere direttamente quello che ci piace di più e chiedere a chi lo ha coltivato come è stato trattato e che caratteristiche ha, non ha prezzo. E se a tutto questo si aggiunge il bassissimo impatto ambientale, unito alla salvaguardia della biodiversità, i farmer’s market, possiamo dirlo forte, non hanno rivali.

Ma cosa sono i Farmer’s Market?

Nati in America, agli inizi del 2000, i farmer’s market sono l’attuale remake dei vecchi mercatini rionali dove i produttori portavano le loro primizie in piazza, per venderle direttamente ai consumatori del luogo. Una buona pratica che arriva dal passato e che è stata riscoperta per varie ragioni che vanno dall’economia alla qualità, passando dalla biodiversità.

In questi contesti i produttori agricoli possono vendere direttamente i prodotti locali di stagione facendo riscoprire la vita dei campi e il mondo rurale, nel pieno rispetto dell’ambiente. Grazie al concetto di “filiera corta”, la merce viene trasportata una volta sola con un notevole risparmio di carburante e CO2 in atmosfera.

In Italia, i Farmer’s Market sono nati ufficialmente nel 2007, con sette anni di ritardo rispetto ai cugini americani, grazie alla Legge Finanziaria del 2007 che promuove lo sviluppo dei mercati degli imprenditori agricoli a vendita diretta.

La realtà maggiormente diffusa nel nostro Paese è quella di Campagna Amica, un progetto legato a Coldiretti a cui gli agricoltori posso scegliere liberamente di aderire e che risponde a un preciso regolamento disciplinare volontario, che prevede:

  • che i produttori interessati ai mercati agricoli (farmer’s market) si associno per la realizzazione delle attività di vendita;
  • che la vendita avvenga con un preciso controllo dei prezzi praticati (meno 30 per cento sui prezzi giornalieri rilevati dal sistema SMS consumatori);
  • che l’associazione per la gestione del mercato controlli i requisiti di ciascun produttore.

Quindi, quando vedete l’insegna “Mercato di Campagna Amica” sapete che i tre punti sopra indicati sono stati applicati. I mercati di Campagna Amica sono contraddistinti dalla sigla MCA.

I benefici di acquistare dal contadino

farmer_market_milano

I benefici legati ai mercati del contadino sono moltissimi:

1) Maggiori garanzie

Al mercato del contadino il contatto con il produttore è diretto e questo regala al consumatore la possibilità di chiedere direttamente come è stata trattata quella mela o quella lattuga. In parole povere, le garanzie di sapere cosa stiamo portando sulle nostre tavole, aumentano in modo sostanziale. Non è poco, se pensiamo agli ultimi scandali su alimenti contaminati trovati nei supermercati di cui le mozzarelle rosa e quelle blu sono solo alcuni esempi.

Tra le informazioni che potrete ottenere dal vostro contadino di fiducia, sicuramente a che specie e varietà appartiene il prodotto che state per acquistare. Le modalità di fertilizzazione, le tecniche agricole adottate ed eventuali problemi incontrati durante il periodo di crescita.

Non solo, potrete venire a conoscenza di come quell’ortaggio ha reagito durante l’anno a clima e tempo atmosferico, e se la coltura in questione ha risposto in modo eccellente, nella media o scarso alle sollecitazioni esterne durante i dodici mesi. Vi saprà dire quando è avvenuta la raccolta e come è stato conservato il prodotto prima di arrivare sul banco.

Voi, potete sbizzarrirvi con le domande e le curiosità. Alcune utili, potrebbero essere:

  • Chi vi sta vendendo il prodotto è la stessa persona ad averlo effettivamente coltivato?
  • Ortaggi e frutta sono stati coltivati seguendo pratiche biologiche?
  • Quali tecniche di coltivazione sono state adottate?
  • Ci sono state condizioni climatiche particolari durante l’anno? Cosa è stato fatto per permettere alle piantine di crescere senza difficoltà?
  • È consigliato congelare, disidratare o mettere in conserva quel particolare ortaggio o frutto?

2) Giusto prezzo

La filiera corta è garanzia di giusto prezzo, dice Coldiretti. Con un percorso più breve, infatti, diminuiscono le spese di trasporto e quindi le spese del prodotto stesso che, oltre a essere più economico è anche più buono.

E trattandosi di prodotti a km zero, tutti i passaggi della filiera agroalimentare vengono eliminati con un forte abbassamento delle emissioni e quindi dell’impatto ambientale ed economico del prodotto.

Non solo, il denaro speso andrà a supportare i contadini locali e l’agricoltura sostenibile incentivando la produzione biologica.

3) Freschezza e genuinità

Qui, i prodotti di stagione arrivano dall’orto alla tavola, mantenendosi freschi e privi di conservanti. I periodi di conservazione media dei prodotti ortofrutticoli venduti nei mercati del contadino, non dovendo subire lunghi viaggi e attività di stoccaggio, sono più lunghi di almeno una settimana rispetto ai cugini venduti sugli scaffali dei supermercati.

Questo significa avere prodotti di più facile digeribilità e maggiormente soggetti a deperimento (quindi più vari). Non solo, nei mercati degli agricoltori si trovano prodotti locali coltivati nel rispetto diprecise regole comportamentali e di codice etico ambientale, verificati da un sistema di controllo gestito da un ente terzo.

4) Vivere la campagna in città

Volete prendere una boccata di natura? Ai mercati del contadino ci si immerge in un’atmosfera unica che unisce la vita contadina alle buone pratiche del mercato, fatto di dialoghi, interazioni e vita sociale. Tutto contornato da profumi e colori naturali. Un’occasione per incontrare persone nuove, fare esperienza di antiche pratiche contadine e provare il rigenerante gusto delle cose semplici e fatte in case.

Non è un caso quindi che nel 2010 in Italia, i mercati del contadino di Campagna Amica, abbiano avuto una vera e propria impennata. Per esempio i mercati aperti hanno toccato quota 705, totalizzando 25.115 giornate in tutte le Regioni. Sono stati 16mila i contadini che hanno venduto i propri prodotti nei mercati di vendita diretta, per un fatturato totale stimato di 320 milioni di euro, spiega Coldiretti nel primo rapporto completo sui Farmer’s Market italiani.

5) Chi sono i consumatori tipo?

Sempre secondo un’indagine di Campagna Amica elaborata da Coldiretti nel 2011, il 62 per cento dei visitatori dei mercati degli agricoltori sono donne, il 48 per cento dei visitatori ha un’età compresatra i 35 e i 54 anni e il 68 per cento gode di una scolarità medio alta. Queste persone scelgono la vendita a km zero perché vogliono mangiare cibi sani e cercano maggiori informazioni e rassicurazioni sui prodotti che si metteranno a tavola.

Dove trovare i mercati del contadino

Farmer_Market_benefici

E visto che in Italia cresce a vista d’occhio il numero dei farmer’s market, eccone alcuni:

ROMA

Presso l‘ex mattatoio di Testaccio

Mercato bisettimanale al coperto, aperto il sabato e la domenica.

I prodotti: orto-frutta, vini e/o aceti, olio d’oliva, formaggi e latticini, carni fresche e salumi, conserve vegetali e prodotti trasformati, uova, legumi e derivati, miele.

Per saperne di più: http://www.campagnamica.it/mercato/farmers-market-di-roma

MILANO

Consorzio agrario di Milano, via Ripamonti 35

Apertura bisettimanale, mercoledì e sabato dalle 9 alle 13.

I prodotti: orto-frutta, vini e/o aceti, olio d’oliva, formaggi e latticini, carni fresche e salumi conserve vegetali e prodotti trasformati, pane e prodotti da forno, piante e fiori, uova, cereali, riso, farina e pasta, legumi e derivati, latte fresco, miele.

BOLOGNA

Mercato della terra, via Azzo Gardino, cortile del Cinema Lumière.

È il mercato contadino organizzato da Slow Food ogni sabato mattina dalle ore 9 alle 14.

Per saperne di più: http://www.mercatidellaterra.it/ita/network/bologna

TORINO

Grazie a Slow Food e Coldiretti i Farmer’s Market a Torino sono moltissimi. Da Corso Spezia a Porta Palazzo, da Piazza Madama Cristina a Corso Chieti coprono tutta la città. Ne citiamo uno gestito dall’associazione Enzo B insieme a Coldiretti Torino. È il mercato del contadino di via Onorato Vigliani 102 aperto da martedì a sabato dalle ore 15 alle 19.30 esclusi i festivi.

UDINE

A Udine il mercato del contadino si tiene al Parco del Cormor ogni sabato dalle 8:30 alle 13:00. I prodotti vanno dall’orto-frutta ai formaggi, dalle carni alle uova, fino a miele, vini e conserve.

NAPOLI

Una delle location utilizzate da Coldiretti per l’allestimento dei mercati del contadino è la Villa Comunale di Napoli. Per info e dettagli contattare Coldiretti Napoli: napoli@coldiretti.it

Per verificare la presenza dei farmer market più vicini a casa vostra, basterà scegliere la regione di riferimento a questo link.

La tutela della biodiversità alimentare

biodiversita_alimentare_farmers-market

Tra i promotori di queste buone pratiche di consumo c’è anche Slow Food. Sono molte le news presentate sul sito dell’associazione, che aprono il panorama del mercato del contadino a livello internazionale. Per esempio, negli Stati Uniti si cerca di salvare le vecchie varietà di mele americane che rischiano di scomparire. Come? Promuovendone il consumo nelle scuole materne, nella cucina di tutti i giorni e nei farmer’s market.

Così, il 2010 è stato celebrato come “anno della mela heirloom”, su decisione del Renewing America’s Food Traditions (Raft), un’alleanza di attivisti nel settore gastronomico, agricolo e ambientale votata a proteggere l’agrobiodiversità e le tradizioni culinarie americane.

Ma le mele USA appartenenti ad antiche varietà non sono le uniche ad essere a rischio. Per darvi un’idea, pensate che se cento anni fa in Italia le varietà di frutta erano ottomila, oggi sono solo duemila, meno della metà. Fra le razze animali, negli ultimi cinquant’anni sono andate scomparendo ben cinque razze di bovini, dieci fra pecore e maiali mentre settantuno rimangono a rischio estinzione.

Il rapporto presentato da Coldiretti mette in luce come, in Italia, ben tre varietà di frutta su quattro (equivalente al 75% del totale) stanno scomparendo progressivamente. Non solo, il 95 per cento delle antiche varietà di grano è andato perduto e circa trenta razze tra bovini, ovini e suini è scomparso.

Grazie alla nascita dei farmer’s market, però, sono sempre di più le specie preservate dall’estinzione. I mercati degli agricoltori, infatti, rappresentano una nuova fonte economica che spinge gli agricoltori e gli allevatori a investire nella produzione. Secondo Coldiretti, i mercati del contadino garantiscono lo sbocco sul mercato a ben 100 varietà vegetali minori e i derivati ottenuti da una trentina di razze tra bovini, pecore, capre e maiali allevati su scala ridotta.

Avete mai sentito parlare di Cardo gobbo di Nizza, Miele veneto di Barena o Tortella suina delle Marche? Grazie ai farmer’s market, tra le varietà regionali salvate dal rischio estinzione, potrete trovare anche queste. Naturalmente nelle rispettive regioni a km zero.

I pomodori non sono belli come quelli del supermercato? Le mele non hanno tutte la stessa forma e dimensione? Non è un difetto ma il pregio di averli prodotti a casa senza l’aiuto di sostanze pericolose o nocive per l’ambiente. Il bernoccolo di una pera non proprio da cartolina è solo il segnale di un processo naturale ed ecologico. Se avete qualche dubbio, date un morso per scoprire il meraviglioso sapore del frutto che state studiando da un po’. Ne rimarrete stupiti.

Serena Bianchi

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