Come ti batto la crisi con l’asilo domiciliare sostenibile: il caso di “Progetto Natura”

Non è un agriasilo nel senso stretto del termine, cioè una fattoria trasformata in asilo, ma l'esperienza di Sabina Leoncini, giovane toscana della Provincia di Pisa, ci si avvicina molto e dimostra che il rispetto per l’ambiente, il sostegno delle persone care e, soprattutto, tanta fantasia, intraprendenza e coraggio possono essere un valido aiuto per superare momenti di crisi economica come quelli attuali.

Non è un agriasilo nel senso stretto del termine, cioè una fattoria trasformata in asilo, ma l’esperienza di Sabina Leoncini, giovane toscana della Provincia di Pisa, ci si avvicina molto e dimostra che il rispetto per l’ambiente, il sostegno delle persone care e, soprattutto, tanta fantasia, intraprendenza e coraggio possono essere un valido aiuto per superare momenti di crisi economica come quelli attuali.

Sabina, infatti, è una ventiseienne di Terricciola, paesino toscano noto per il vino buono ed il suo passato etrusco. Laureata in scienze della formazione e specializzata in antropologia, con un dottorato di ricerca in dirittura d’arrivo presso l’Università di Siena, Sabina ha deciso, dal mese di Gennaio, di aprire “Progetto Natura”, il primo nido domiciliare “Green” della sua zona, l’Alta Valdera. E così ha aperto ai bambini la sua casa immersa nel verde delle colline toscane e circondata da olivi e dall’orto biologico che Sabina, nel retro della sua abitazione, coltiva insieme al marito, israeliano conosciuto proprio a Gerusalemme in occasione di un soggiorno di studio.

Sabina, che da sempre ha la passione per le tematicha ambientali – in particolar modo per il riciclo e l’agricoltura biologica – e impegnata attivamente in associazioni di settore, è riuscita ad unire in questo progetto, la sua passione per la sostenibilità, le competenze acquisite con gli studi e la sua naturale vocazione a lavorare con i bambini, accogliendone a casa sua, tutti i giorni, cinque, ovvero il numero massimo di bambini per singolo educatore che, in base alle normative toscane del settore, è possibile ospitare in un asilo nido domiciliare.

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Per settembre”- ci racconta Sabina- ho già avuto tre conferme di iscrizione, grazie a prezzi modici e perché accolgo bambini dai 6 mesi ai 3 anni, cosa che non tutti fanno. Li tengo a stretto contatto con la natura, insegnando loro a rispettarla, ed uso solo prodotti biologici. Penso che per i bambini sia una delle cose migliori che si possano fare e, a volte, mi intristisco pensando a quelli che, in città, non possono avere una tale opportunità insegnando loro a rispettarla, ed uso solo”.

Sabina, infatti, porta sempre i bambini nell’orto “anche se“- precisa-“vogliono sempre andare a vedere le galline, non si staccherebbero mai dal loro recinto” e mostra loro come si coltivano pomodori, zucchine, melanzane, che poi cucina ai bambini al momento del pranzo, aiutata anche da sua mamma.

galline

Quello che non coltivo io”- continua Sabina- “ce lo fornisce mia madre, che ha una azienda agricola biologica a due passi, oppure lo ordino al negozio di filiera corta La Via dell’Orto” nel vicino paese di Capannoli Val d’Era. Tutti i parenti, poi, mi hanno dato una mano: ad esempio le decorazioni ed i disegni delle pareti sono state fatte da mio suocero, che è un artista, usando vernici ecologiche“.

Ma come è nata l’idea del nido “Progetto Natura” ? “Il pomeriggio svolgo già una attività lavorativa come educatrice, ”-prosegue Sabina- “ ma i soldi non bastano mai, specie da quando è nata mia figlia. E le opportunità di lavoro per gli antropologi certo non abbondano. Le aziende, poi, sono piuttosto restie ad assumere mamme con bambini piccoli”.
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E così, come nel film commedia “l’asilo dei papà”in cui il protagonista, interpretato da Eddie Murphy, dopo aver perso il lavoro si “ricicla” aprendo un asilo nido, anche in Sabina è scattato qualcosa, ed ha deciso di fare di necessità virtù, trasformando i suoi problemi in un lavoro , mettendo assieme tutte le sue passioni.

Lavorando poco“- ho pensato- “almeno avrò più tempo per stare con mia figlia, occupandomi direttamente di lei, senza affidarla ad altri. Ed a quel punto mi sono detta: ma perché non aiutare altre mamme che potrebbero avere, invece, dei problemi a conciliare il lavoro e la cura dei loro figli ? Ho deciso, dunque, di unire l’utile al dilettevole, e visto che la mattina mi dedicavo sempre a mia figlia, perché non pensare anche ad altri bambini, facendone una professione ed aiutando, così, gli altri genitori ? Mi sono subito messa in moto, ho fatto tutta la trafila burocratica necessaria per le autorizzazioni ed ho iniziato questa splendida avventura che, per adesso, ha riscosso un certo successo nonostante un po’ di scetticismo iniziale“.

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Gli agriasilo, del resto, ed anche esperienze come quelle di Sabina, sembrano piacere molto ai genitori, come dimostrano anche alcune ricerche di Coldiretti, perché permettono ai loro figli di stare tranquilli all’aria aperta, a contatto con gli animali, nonché di mangiare cibi sani e, naturalmente, imparare a rispettare l’ambiente ed i cicli naturali. Come dimostra il caso di Sabina, inoltre, esperienze del genere sono una opportunità in più per combattere la difficile congiuntura economica ed un’opportunità di impresa al femminile.

Da settembre“, conclude infatti Sabina, “sarà attivo anche l’impianto fotovoltaico che ho appena finito di installare sul tetto della mia casa-asilo, lo devo ai consigli di mio fratello, che si è trovato bene con l’azienda Energy Sun di Massa e me l’ha consigliata”. “Aiutata dalla ditta installatrice ho già studiato un sistema semplice per insegnare ai bambini il funzionamento dei pannelli, per far loro comprendere anche i benefici dell’ uso dell’energia solare e della altre fonti rinnovabili per il nostro approvvigionamento energetico“.

Andrea Marchetti

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