Masika Katsuva: l’incredibile coraggio della ‘mamma’ contro gli stupri (VIDEO)

Masika Katsuva, violentata lei stessa più volte, ha dedicato la sua vita ad aiutare le vittime di stupro nel Congo

Rebecca Masika Katsuva, per tutti semplicemente Masika, un cuore enorme e un coraggio incredibile. Diventò un’attivista per i diritti delle donne e, violentata lei stessa più volte, ha dedicato la sua vita ad aiutare le vittime di stupro nel Congo.

Masika è morta lo scorso due febbraio, stroncata da un infarto proprio nel suo sanguinante Congo, quello orientale, quello ferito da uccisioni e stupri di massa. Qui, infatti, sono 400mila le donne violentate in un anno, una media di 48 all’ora.

Qui, nella Repubblica Democratica del Congo, lo stupro è regolarmente praticato come arma di guerra e come uno strumento per mettere a tacere l’universo femminile. Qui, nel 2016, si commettono violenze sessuali per impedire alle donne di occuparsi di diritti umani e di politica.

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Era il 1998 quando, durante la seconda guerra del Congo, Masika e le sue figlie adolescenti furono violentate dai combattenti dei gruppi armati che da anni spargono il terrore tra le popolazioni rurali al confine tra Rwanda, Burungi e Uganda. Gli stessi che gli uccisero il marito. Le due figlie rimasero allora incinte e così costrette a lasciare la loro casa dopo essere stato rinnegate dai parenti del padre.

Una sorte sciagurata che però non le ha impedito, nel 1999, di rimboccarsi le maniche e fondare proprio lì un’associazione, nata come casa di ascolto, in supporto alle donne vittime di stupri e di violenza. La sede era la sua casa a Buganda, villaggio nella provincia del Sud Kivu, in piena zona rossa.

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Così tra ascolto, assistenza medica e aiuti per crescere i bambini nati dalle violenze, Masika ha assistito 6mila donne nelle sue attuali 50 case di accoglienza. Nel 2010 Masika ha ricevuto il Ginetta Sagan Award for Women’s and Children’s Rights da parte di Amnesty International USA.

Molte persone la chiamano “Mama” Masika, perché ha fornito loro amore, ascolto e nutrimento che non avevano mai avuto prima. Ha dato loro qualcosa di più prezioso di qualsiasi terapia: l’amore costante in un ambiente impregnato di paura, violenza e insicurezza.

Una piccola donna capace di camminare per giorni per raggiungere i villaggi di montagna più remoti alla ricerca di sopravvissuti, a volte portando i bambini sulla schiena per chilomeri e chilometri, nel tentativo disperato di metterli in sicurezza o portarli in ospedale per le cure mediche. Le sue storie di salvataggio sono più che sorprendenti.

Oggi ha per sempre lasciato questa terra che l’ha gravemente ferita, a pochi mesi dal 50° compleanno e per complicazioni legate alla malaria. Di lei rimane un’eredità straordinaria e la speranza e la consapevolezza per migliaia di donne e di ragazzine che qualcuno prima o poi ti accoglie tra le proprie braccia.

Addio Mama Masika, grazie per il tuo coraggio. Hai toccato le vite di migliaia di persone e oggi lasci un vuoto impossibile da colmare, ma ci ha dimostrato che ci sono sempre semi di speranza.

(A Masika Katsuva è stato dedicato dal Pulitzer Center il documentario ‘Seeds of Hope’, semi di speranza):

Germana Carillo

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