Latte di cammello e dromedario: dopo aver letto questo non avrai più la curiosità di provarlo

Spopola il latte di cammello e di dromedario, prodotto ricercato per i suoi benefici sulla salute. Ma cosa implica questa forma allevamento sempre più intensiva per gli animali?

Latte è una parola che associamo alla crescita, alla colazione e troppo poco all’industria casearia e ai maltrattamenti che avvengono lontano dagli scaffali del supermercato. Ma quello vaccino è uno dei tanti tipi di latte in commercio, e non parliamo dei drink vegetali.

Un prodotto che arriva dall’Africa, dall’Asia, ma anche dall’Australia sta spopolando da diverso tempo, ma non per questo (e non sempre) è più rispettoso del benessere degli animali. È il latte di cammello, talvolta latte di dromedario, importato anche in Europa come previsto dal regolamento comunitario.

Viene venduto come una bevanda sostenibile e salutare, dal gusto molto insolito e dagli innumerevoli benefici. Anche la FAO nel riportare le indicazioni nutrizionali ne vanta acido linoleico, acidi polinsaturi, vitamina C.

Queste caratteristiche hanno incentivato l’apertura di diversi allevamenti e investimenti in questo settore. Ma il latte di cammello è un’alternativa etica? Rappresenta sicuramente una fonte di sostentamento e di reddito per le popolazione nomadi, ma per l’allevamento su grande scala?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire da una semplice considerazione di base. Cammelli e dromedari sono mammiferi e, come tutti i mammiferi, producono latte nel periodo di gestazione. Quel latte, però, è destinato ai loro piccoli. Vale per le mucche, vale per i cammelli.

Il latte di cammello proviene da animali selezionati e allevati per aumentare la produzione. I cuccioli vengono strappati dalle loro madri e allontanati perché quel latte dovrà essere messo in commercio.

È “il miglior latte per i loro cuccioli e per te” così lo sponsorizza la Camel Milk Co Australia. Salvo poche e piccole realtà, i cammelli “da latte” vengono acquistati, inseminati, munti in particolare nei primi 7 mesi post gestazione, e rivenduti di continuo.

È una catena di montaggio perché questi animali non partoriscono con la stessa frequenza delle mucche. Le condizioni di allevamento possono essere terribili, con animali in catene.

L’industria ha bisogno di un “rigoroso turnover degli animali” per rimanere redditizia” denuncia la PETA.

Ma non finisce qui perché i cammelli vengono sfruttati sempre e comunque, in qualunque momento della loro vita. Se non sono in grado di produrre latte, possono portare sul dorso i visitatori in queste nuove fattorie.

Da un business si passa a un altro e sappiamo, grazie a diverse indagini, cosa si nasconde dietro le escursioni sui cammelli in Paesi. Gli animali vengono allevati anche per la pelle e la carne e macellati quando, stremati, non sono più utili.

Se pensiamo insomma in termini di allevare cammelli e dromedari e attività annesse, tutto ciò di cui non abbiamo bisogno oggigiorno è un altro sistema di allevamento intensivo (e il suo latte).

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Leggi anche:

 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook