Le stufe a pellet. Sono davvero sicure? Sono davvero affidabili? Sono davvero convenienti? Sono davvero ecosostenibili? Ecco qualche informazione in più per agevolare i consumatori e provare a fare un po' di chiarezza sul tema.
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Stufe a pellet. Sono davvero sicure? Sono davvero affidabili? Sono davvero convenienti? Sono davvero ecosostenibili? Ecco qualche informazione in più per agevolare i consumatori e provare a fare un po’ di chiarezza sul tema.
Che cos’è il pellet?
Il pellet è un combustibile solido: si ricava dalla segatura vergine (derivata cioè da legno non trattato) che viene prima essiccata e poi compressa in piccoli cilindri del diametro di 6-8 mm e della lunghezza di 10-30 mm. È considerato un prodotto ecologico ad alto rendimento, perché grazie alla lignina, presente naturalmente nel legno, e alla sua capacità legante, non necessita di additivi o di sostanze chimiche estranee per essere compattato. Il suo contenuto energetico (che si aggira intorno ai 4.700 kWh/t, variando a seconda della qualità e delle caratteristiche del prodotto) è reso elevato dalla procedura di essiccazione e dalla successiva compattazione: ciò fa sì che, a parità di volume, il potere calorifico del pellet sia superiore a quello del legno.
Il pellet è classificabile tra le biomasse: la sua combustione produce anidride carbonica e libera una percentuale di sostanze inquinanti (ossidi di azoto e di zolfo) inferiore a quella rilasciata dai combustibili fossili. La quantità di ceneri residue varia a seconda del tipo di legno utilizzato nella sua produzione (faggio, abete, pioppo…) e si aggira intorno all’1% del peso del combustibile.
Fino a qualche anno fa, il pellet era un combustibile decisamente economico: il costo di un sacchetto da 15 kg si aggirava intorno ai 2,70-3,80 euro (la variazione all’interno della forchetta dei prezzi dipende dalla qualità del prodotto e dal tipo di legno da cui è ricavato), mentre oggi la stessa quantità viene venduta a (più o meno) 4,50-5 euro, per via di un’impennata dei prezzi dovuta, con ogni probabilità, al notevole aumento della domanda, a cui non ha fatto seguito un aumento dell’offerta. Ciò non toglie, tuttavia, che il pellet sia ancora di un combustibile conveniente e a basso impatto ambientale.
La qualità del pellet
Vicende come quella del pellet lituano contaminato di qualche anno fa non devono portare a generalizzazioni o a facili allarmismi, né a condannare e penalizzare un intero settore produttivo. Il mercato del pellet oggi è una realtà piuttosto solida: pensate che in Italia sono consumate oltre 1 milione di tonnellate di pellet; di queste, circa 750.000 sono di produzione nazionale, mentre la quota di importazione più cospicua (con circa 250.000 t) proviene dall’Austria.
Inoltre, per tutelare i consumatori, l’AIEL – Associazione Italiana Energie Agroforestali, ha ideato Pellet Gold, un’attestazione di garanzia per la qualità del pellet basata su parametri oggettivi, a cui possono accedere tutte le imprese produttrici e tutti i rivenditori o importatori. Solo il pellet che, in seguito ad analisi specifiche, rispetta i parametri fissati può ricevere l’attestazione.
Tra le associazioni che vigilano sulla trasparenza e sulla qualità del mercato del pellet c’è anche Assopellet, fondata con lo scopo di riunire tutti gli operatori del settore.
Le stufe a pellet in generale
Esteticamente, la stufa a pellet non è cosi diversa da una comune stufa a legna. Può essere rivestita di acciaio, ceramica o pietra ollare ed è adatta a riscaldare (e ad arredare) qualsiasi tipo di ambiente. É dotata di un telecomando per l’accensione e lo spegnimento a distanza e presenta un serbatoio in cui inserire (in genere dall’alto) il pellet, e la cui capienza varia a seconda dei modelli: si parte da circa 10-11 kg per quelli più piccoli e si può arrivare oltre i 60 kg.
Quando la stufa è in funzionamento, il combustibile viene trascinato nel braciere attraverso un condotto e quindi bruciato; l’accensione è resa possibile dalla presenza di una resistenza elettrica, che diventa incandescente. La fiamma compare poco a poco, crescendo e stabilizzandosi sulla temperatura impostata quando la stufa entra in modalità lavoro.
Tenete presente che la stufa a pellet può essere considerata a tutti gli effetti un elettrodomestico, dato che va collegata all‘impianto elettrico di casa.
Il calore prodotto dalla stufa si diffonde nell’ambiente circostante tramite una o più ventole. I modelli più recenti sono dotati anche di cronotermostati che consentono di programmare l’accensione e lo spegnimento del prodotto e di regolare la temperatura.
Pensate poi che alcune stufe di ultima generazione sono fornite di kit GPRS che permettono di attivarle e di regolarle via SMS, magari mentre si sta viaggiando verso casa e si desidera trovare, al proprio arrivo, un ambiente caldo ed accogliente. Lo scarico dei fumi generati dalla combustione del pellet avviene all’esterno dell’edificio, tramite un tubo di diametro variabile, generalmente dagli 8 ai 12 cm.
La potenza termica di una stufa è determinata dalle sue dimensioni e dalla quantità di pellet bruciato; sul suo rendimento può influire anche il tipo di pellet utilizzato.
La resa calorica di una stufa può variare moltissimo a seconda del modello e delle sue caratteristiche: si passa da prodotti con una potenza di 2,5 -5 kW ad altri con un rendimento di 5-25 kW. Per avere un’idea più precisa, tenete presente che, per riscaldare un ambiente di circa 300 m3, pari a una superficie di 100 m2 per 3 m di altezza, è necessaria una resa calorica di circa 10 kW.
Quindi, se avete bisogno di una stufa, in primo luogo dovete considerare il vostro fabbisogno di calore, che dipende dall’ampiezza della zona da riscaldare e da caratteristiche quali la sua coibentazione e l’antichità dell’edificio in cui si trova.
Attualmente, in commercio troviamo stufe con capacità di riscaldamento superiori agli 800 m3 e dotate di un’autonomia che può andare dalle 6 ore a più di 40.
Termostufe a Pellet
Oltre alle stufe ad aria, esistono anche delle stufe collegabili all’impianto termoidraulico, pensate per diffondere calore in un’intera abitazione in grado di riscaldare l’acqua di un appartamento di dimensioni medio-grandi (anche oltre i 150 m2) attraverso impianti pre-esistenti, quali termosifoni o pannelli radianti. Oltre a riscaldare tutta la casa, le termostufe a pellet producono anche acqua calda sanitaria.
Vantaggi
Quali sono, in concreto, i vantaggi delle stufe a pellet? Innanzitutto, si tratta di prodotti molto meno ‘invasivi’ rispetto alle tradizionali stufe a legna: il pellet viene trasportato in casa all’interno di appositi sacchi, non sporca e, se manipolato con un po’ di attenzione, produce pochi residui o polvere nella fase di caricamento del serbatoio. Inoltre la stufa è dotata di una porta a chiusura stagna (solitamente in ghisa e vetroceramica) che impedisce spiacevoli fuoriuscite di fumo all’interno dell’ambiente domestico.
È quindi importante sottolineare che la stufa a pellet è un prodotto ecologico, dato che ha una buona qualità di combustione e disperde nell’ambiente bassissime percentuali di inquinanti.
Come abbiamo visto, il pellet è, di per sé, il risultato di un’operazione di riciclo, dato che si ottiene dagli scarti di lavorazione del legno, a cominciare dai trucioli e dalla segatura: pertanto, la sua produzione non rende necessario l’abbattimento di nuovi alberi. Insomma, siamo di fronte ad una fonte di energia pulita, che non altera il nostro ecosistema e che non determina sprechi, grazie alla possibilità per il consumatore di dosare il combustibile a proprio piacimento, avendo un pieno e preciso controllo della temperatura. Comodo, oltre che ecosostenibile.
Detrazioni fiscali
Le stufe e le termostufe a pellet rientrano nella detrazione fiscale del 50%. In pratica fino al 30 giugno 2013 è possibile detrarre dalle imposte sui redditi il 50% delle spese sostenute per il recupero, spalmabili in 10 anni.
Svantaggi e qualche avvertenza
Un altro inconveniente è dato dal fatto che il funzionamento della stufa dipende dall’erogazione di energia elettrica. Come accade con ogni altro elettrodomestico, in caso di blackout il prodotto non può essere utilizzato: se è in funzione, la stufa si spegne, per poi riaccendersi autonomamente al ritorno della corrente.
Inoltre, per garantire il corretto funzionamento del prodotto, occorre pulire regolarmente lo scambiatore di calore e il braciere, aprendo la porta a chiusura stagna posizionata sul davanti (ovviamente, è un’operazione da compiere solo quando la stufa è spenta e fredda) e utilizzando un aspirapolvere o, meglio ancora, un aspiracenere, per eliminare le ceneri residue. Sappiate comunque che, in questo ambito, l’innovazione tecnologica è costante: ad esempio, sono recentemente entrate in commercio stufe dotate di meccanismi di pulizia automatica, che agevolano il consumatore e migliorano il rendimento energetico del prodotto.
Infine, il pellet viene venduto in sacchi da 15 kg, in plastica o nylon: dei materiali che, inevitabilmente, vanno ad aumentare il carico di rifiuti. Una soluzione a questo inconveniente è stata ideata da EcoPellet, che distribuisce il proprio pellet anche sfuso, in grandi borse da 12,5 q.
Per l’acquisto
Oggi il mercato delle stufe a pellet è in piena espansione: sono disponibili numerosissimi modelli, con caratteristiche che tendono ad adattarsi alle più diverse esigenze del consumatore, sia dal punto di vista della potenza termica che dell’estetica.
Tra le aziende produttrici che trovate sul mercato italiano, vi segnaliamo i siti di alcune delle più note, di modo che possiate farvi un’idea dell’enorme varietà di proposte: da Ecoforest e Thermorossi; da Piazzetta a Ecoteck-Gruppo Ravelli; da Eurostek a Edilkamin; da Calimax a MCZ; da Palazzetti a La Nordica-Extraflame; da Lincar e Ungaro ad Eurofiamma (con le sue stufe bivalenti, che funzionano sia a legna che a pellet).
Ricordate che la stufa ha bisogno di attenzione nell’installazione (che deve essere fatta da personale qualificato) e di una manutenzione costante: per questo, al di là del marchio, è consigliabile acquistare il prodotto presso un rivenditore affidabile, che possa garantire un’adeguata assistenza tecnica. Infine, tenete presente che il prezzo di una stufa a pellet varia a seconda delle sue caratteristiche e della sua potenza termica (si parte da poco meno di 1000 euro e si può arrivare ben oltre i 4000) e che è buona norma acquistare una stufa con una resa calorica lievemente superiore al proprio fabbisogno.
Lisa Vagnozzi