Fotovoltaico off-grid e indipendenza energetica: è già possibile staccarsi dalla rete e dire addio al petrolio?

L'indipendenza energetica delle abitazioni è già tecnicamente possibile, tutto quello che serve è già disponibile sul mercato: pannelli fotovoltaici sempre più efficienti, inverter sempre più intelligenti, sistemi di accumulo (cioè batterie) che immagazzinano sempre più energia prodotta dal fotovoltaico in uno spazio sempre meno grande. Cosa impedisce, allora, che tutto questo si diffonda tra i consumatori italiani, europei e degli altri paesi con un sistema elettrico e consumi simili ai nostri?

Siete stanchi dei continui aumenti del prezzo dell’energia elettrica? Non ce la fate più delle continue telefonate dei call center che vi vogliono convincere che se passate alla società x o alla y risparmierete un sacco di soldi? Vi piacerebbe poter rispondere “No, guarda, io l’elettricità me la produco da solo mica la compro…“?

Udite udite, non potrebbe mancare molto dal giorno in cui una risposta del genere la potrete dare veramente. O meglio, in teoria si potrebbe già fare, ma non è ancora abbastanza conveniente farlo. Di cosa stiamo parlando? Della possibilità, sempre più vicina, di prodursi da soli l’energia con il fotovoltaico, accumularla nelle batterie e staccarsi dalla rete elettrica rendendo la propria casa autonoma e indipendente da grandi compagnie elettriche e dal petrolio. In poche parole off-grid,

L’indipendenza energetica delle abitazioni è già tecnicamente possibile, tutto quello che serve è già disponibile sul mercato: pannelli fotovoltaici sempre più efficienti, inverter sempre più intelligenti, sistemi di accumulo (cioè batterie) che immagazzinano sempre più energia prodotta dal fotovoltaico in uno spazio sempre meno grande. Cosa impedisce, allora, che tutto questo si diffonda tra i consumatori italiani, europei e degli altri paesi con un sistema elettrico e consumi simili ai nostri?

La risposta è una sola: il costo delle batterie, ancora troppo elevato per giustificare l’investimento. La cosa buona delle batterie, infatti, è che aumentano moltissimo la percentuale di autoconsumo dell’energia prodotta dal fotovoltaico: se non la devo consumare sul momento (cioè di giorno) ma posso usarla quando torno a casa (cioè di sera) per guardare la televisione o fare la lavatrice è ovvio che compro dalla rete molta meno energia.

E le batterie proprio a questo servono: a dividere il momento della produzione di energia rinnovabile da quello del consumo. E di conseguenza a limare al minimo il consumo stesso dell’energia comprata a caro prezzo dal nostro fornitore. Il problema è che, con quello che costano oggi i sistemi di accumulo per le rinnovabili, ci mettiamo troppi anni a rientrare nell’investimento e il gioco non vale più la candela.

sistema off-grid

Ma i prezzi delle batterie stanno scendendo rapidamente (è un mercato giovanissimo, un paio d’anni al massimo) e ci sono sul mercato sempre più pacchetti “all inclusive che comprendono i pannelli fotovoltaici, l’inverter e l’accumulo (attenzione, non parliamo dei pannelli fotovoltaici da balcone, che sono un’altra cosa). I kit tutto incluso hanno un vantaggio notevole: siccome le tre componenti sono studiate e garantite per lavorare insieme, saremmo sicuri che (se installate correttamente) forniranno le massime prestazioni. E, come avrete capito, alle massime prestazioni corrisponde il massimo risparmio. Ci ha spiegato come funziona Valerio Natalizia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di SMA Italia:

Come spiega Natalizia già oggi con un buon pacchetto “all inclusive” si possono raggiungere quote di autoconsumo superiori al 60%. Il che vuol dire che su 100 kWh consumati per le nostre utenze domestiche il 60% lo produciamo da soli (e non lo paghiamo) e il restante 40% lo compriamo dal fornitore che abbiamo scelto. Per salire oltre questa percentuale dobbiamo installare impianti più grandi, soprattutto per quanto riguarda le batterie.

C’è però un’ipotesi molto interessante, che ci ha spiegato Giuseppe Sofia, amministratore delegato di Conergy Italia: ricorrere al finanziamento. Ci sono finanziarie, spiega Sofia, che arrivano a coprire fino al 100% dell’investimento. Noi, però, consigliamo di fare bene i conti e studiare bene le carte, facendosi aiutare da un buon commercialista.

La situazione potrebbe rapidamente migliorare, invece, se dal Governo e dall’Autorità per l’Energia arrivassero una serie di soluzioni normative da tempo attese. Al momento, invece, il settore delle rinnovabili è una giungla di leggi come ci ha spiegato Elisabetta Sigismondi, sales manager di Bisol.

Ma perché c’è così tanto timore nel favorire, non con soldi e incentivi ma con chiarezza normativa “gratuita“, lo sviluppo dei sistemi “off grid“, cioè gli impianti di produzione di energia rinnovabile staccati dalla rete elettrica e di quelli “ibridi“, cioè con batterie ma ancora connessi alla rete?

Perché lo Stato ci perde: su ogni kWh di energia che compriamo doniamo parecchi centesimi di tasse e accise che, se il kWh ce lo producessimo da soli, non verrebbero pagati (ci sono anche altri modi per risparmiare sulle bollette, come i gruppi d’acquisto). Ci perdono anche le grandi aziende energetiche, le big del settore che per anni hanno fatto il bello e il cattivo tempo perché se volevi accendere la luce o fare la lavatrice dovevi per forza rivolgerti a loro.

Mettetevi nei panni del Ministro dell’Economia: con l’autoproduzione e l’autoconsumo, già oggi, possono saltare il 60% delle accise sulla nostra bolletta. Mettetevi nei panni dell’amministratore delegato di una qualunque delle grandi aziende energetiche: già oggi il 60% delle vendite di energia potrebbe sciogliersi, è il caso di dirlo, come neve al sole.

Capito di cosa si tratta? Di una rivoluzione energetica

Peppe Croce

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