5 motivi per non piantare bambù nel vostro giardino

In Cina è un simbolo di lunga vita, mentre nella tradizione indiana è legato all’amicizia. Si tratta del bambù, una specie vegetale perenne, sempreverde, che può raggiungere notevoli dimensioni, sia in altezza che per quanto riguarda la sua estensione. Il bambù viene utilizzato sempre più spesso per la realizzazione di stuoie, contenitori, ornamenti, mobili e persino tessuti. La tentazione di piantarne alcune canne per decorare il proprio giardino e sentirsi immersi in un mondo apparentemente esotico cattura molti. Noi vi presentiamo i cinque motivi principali per rinunciarvi.

In Cina è un simbolo di lunga vita, mentre nella tradizione indiana è legato all’amicizia. Si tratta del bambù, una specie vegetale perenne, sempreverde, che può raggiungere notevoli dimensioni, sia in altezza che per quanto riguarda la sua estensione.

Il bambù viene utilizzato sempre più spesso per la realizzazione di stuoie, contenitori, ornamenti, mobili e persino tessuti. La tentazione di piantarne alcune canne per decorare il proprio giardino e sentirsi immersi in un mondo apparentemente esotico cattura molti.

Noi vi presentiamo i cinque motivi principali per pensarci bene prima di farlo.

Il bambù può invadere il giardino dei vostri vicini

Chi ha intenzione di creare una sorta di siepe o di divisorio piantando delle canne di bambù dovrebbe pensarci due volte. Il rischio è che in breve tempo il bambù possa invadere la proprietà dei vostri vicini. Il bambù ha infatti una crescita molto rapida. Alcune specie possono aumentare in altezza addirittura di 90 cm al giorno. La sua capacità di espansione non viene fermata da reti o steccati ed è ancora più rapida se la pianta si trova nelle vicinanze di terreni molto irrigati o in zone dove l’acqua ristagna facilmente.

Può costituire una minaccia per la biodiversità

Alcune specie di bambù sono considerate talmente invasive da poter mettere a rischio la biodiversità del luogo in cui vivete, soffocando con la loro crescita smisurata la vegetazione locale. Cercare di frenare la crescita del bambù può essere davvero complicato e costoso. Gli esperti suggeriscono di creare solide barriere in metallo o cemento per cercare di fermarne l’espansione. All’inizio dell’estate, che vede il picco della crescita, bisognerà costantemente tenere d’occhio l’eventuale nascita di nuovi germogli.

Per liberarsene occorrono anni

Se la presenza del bambù diventasse, per qualsiasi ragione, indesiderata, occorrerebbero anni e grandi sforzi per liberarsi delle radici e dei rizomi della pianta. Sembra facile a dirsi, ma tutto ciò richiede una dura lotta, spesso inconcludente. Le radici del bambù si propagano infatti molto in profondità e di anno in anno potreste ritrovarvi con nuovi gettiti da estirpare. Falciare il bambù può contribuire ad indebolirlo, ma per ottenere dei risultati occorrerà occuparsene regolarmente per almeno due anni.

Per eliminarlo potrebbero essere necessari erbicidi

L’utilizzo di erbicidi chimici è spesso necessario per tenere sotto controllo la crescita del bambù. Ciò può costituire un vero e proprio problema per chi ha deciso di curare il proprio giardino con metodi completamente biologici, nel pieno rispetto dell’ambiente. Un’unica applicazione poi non risolve il problema. I germogli spunteranno di nuovo e vi ritroverete con l’aver inquinato inutilmente il vostro terreno.

È difficile trovare una specie adatta alle proprie esigenze

Esistono più di mille specie differenti di bambù, non tutte infestanti allo stesso modo, e trovare la più adatta alle proprie esigenze potrebbe essere davvero complicato. Inoltre, a seconda della specie, la rapidità e la velocità di propagazione sono determinate dal clima e dal terreno in cui le piante si trovano. Insomma, è difficile conoscere in anticipo quanto il bambù che sceglierete siapotenzialmente infestante.

Se volete evitare problemi di questo tipo, ma amate particolarmente il bambù, evitate di piantarlo in giardino ed accontentatevi di un vasetto di bambù nano come ornamento per la vostra casa.

Marta Albè

Con il contributo e la consulenza tecnica di Marco Giuseppi, Dottore in Scienze Forestali ed ambientali

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