Decalogo del giardino ecologico: è ora di piantarlo al naturale

Ecco 10 semplici regole da seguire per rendere il giardino ecologico e compatibile con l'ambiente

Cosa c’è di più ecologico della cura di un bel giardino? Per gli amanti del bucolico e dell’idillio campestre, per chi nel fazzoletto di terra della casa in campagna non ha soltanto le statuette di Biancaneve e i sette nani e per chi crede che anche il proprio balconcino in città può aspirare a divenire “grande e importante” (qui, però, i nani starebbero un po’ sacrificati), ecco 10 semplici regole da seguire per far sì che l’irrefrenabile pollice verde sia compatibile con l’ambiente.

 

1) Innanzitutto, avete mai pensato che, molto probabilmente, banani e baobab non sopravvivrebbero all’uggioso clima del Settentrione? O meglio, una eventuale crescita di piante del genere potrebbe pure verificarsi, ma ciò significherebbe sciupare litri d’acqua e di fertilizzante per ottenere alla fine qualcosa fuori dalla natura. E allora, la regola base è: scegliere piante e alberi che siano adatti all’ambiente in cui si vive.

2) Detto questo, anche la scelta dei vasi e degli attrezzi è fondamentale. Scartati quelli in plastica, i vasi in terracotta, oltre ad essere più belli, garantiscono alla pianta una maggiore traspirazione proprio perché più porosi. Quanto agli strumenti del mestiere, vanghe e rastrelli – ma anche gli stessi vasi – possono essere acquistati presso i negozi dell’usato o tramite annunci privati sui giornali. Così facendo, si risparmiano soldini e si disperde nell’ambiente una minore quantità di rifiuti ferrosi e di plastica.

3) Passaggio numero tre: i fertilizzanti. Qui siamo nel “più tossico non si può”. Madre Natura non ci ha mai neanche pensato a “drogarsi” per far crescere rigogliose le proprie piantine, perché dobbiamo cominciare proprio noi? I composti chimici sono estremamente nocivi per salute e ambiente, l’ideale sarebbe farne a meno e utilizzare piuttosto i rifiuti organici della cucina. Avanzi di frutta e verdura, gusci d’uovo, fondi di caffè e altro uniti agli scarti di potature – foglie, fiori, ramaglia e rifiuti vegetali in genere – creano un compost dalle mille virtù. Oltre a stimolare lo sviluppo delle radici, infatti, il compost migliora di gran lunga la composizione del suolo, l’areazione e la ritenzione dell’acqua.

4) Non solo, ma in giardino anche riutilizzare le erbacce appena estirpate può essere utile come concime. Se si raccoglie l’erba tagliata e la si lascia a decomporre in un angolo, diventerà un eccellente fertilizzante.

5) Quanto ai pesticidi, inutile dire quanto anch’essi siano estrememente dannosi. Non utilizzarli vuol dire preservare la nostra salute, l’acqua e quei fantastici impollinatori che sono api e farfalle. A far da repellente contro gli insetti possono accorrere piuttosto i crisantemi, le calendule, i garofani e le margherite.

6) Ogni pianta ha i propri tempi che vanno rispettati. Per la semina, per la potatura e per il raccolta, attenersi sempre alle peculiarità e alla stagionalità di ciascuna pianta o tipologia di “abitante” del nostro giardino (consulta il calendario).

7) Passiamo, infine, al capitolo innaffiamento. È bene sfruttare le ore mattutine per dare acqua a piante e alberi. Soprattutto nei giorni afosi e torridi, infatti, la maggior parte dell’acqua utilizzata evapora prima ancora di giungere al suolo, provocando un immenso spreco di prezioso liquido.

8) Per chi ha spazio, inoltre, è consigliabile installare una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana. In questo modo, si accumulerà un buon quantitativo di acqua ricca di minerali e priva di cloro, utile per il giardino, ma anche per lavare l’auto.

9) E, per chi segue tutte le diavolerie del caso, ci sono impianti che consentono di riciclare anche le acque grigie. Si tratta di un sistema che permette di non gettare via l’acqua per il bagnetto del bebè o quella della doccia. Acqua di scarico pulita, insomma, conosciuta proprio come acqua grigia, che può essere riciclata per l’irrigazione.

10) Per chi si deve invece accontentare di un balcone o di un terrazzo,  leggere attentamente la nostra guida sugli “Orti urbani“. Per quanti non hanno la fortuna di avere a disposizione neanche quello, ma sentono dentro di loro un forte richiamo pastorale, esistono i cosiddetti giardini comunitari, o community gardens, spazi urbani tutti dedicati all’ortocoltura gestiti da un gruppo di persone. Per ora in Italia se ne parla solo nel comune di Bergamo (http://www.comune.bergamo.it/servizi/menu/dinamica.aspx?ID=2466), ma se, come in tutte le cose, si mettesse un po’ di buona volontà.

Germana Carillo

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