Non è poi così difficile trasformare un interno cortile, un pezzo di giardino, di terrazzo o di parco pubblico in un piccolo appezzamento di terreno nel quale coltivare qualche verdura e qualche albero da frutto con grande vantaggio per le nostre tasche e per la sostenibilità del sistema alimentare
Se lo fa Michelle Obama allora posso farlo anch’io!! Ha fatto il giro del mondo la notizia che la giovane first lady americana ha inaugurato la sua presenza alla Casa Bianca con la nascita di un fazzoletto di terra da destinare alla coltivazione di pomodori e melanzane e chissà che questo non possa essere la molla per convincere altri a intraprendere una nuova carriera da coltivatore metropolitano.
La città di Londra, per fare un altro esempio esterofilo, ha in programma di promuovere e finanziare la costruzione di ben 2012 orti urbani proprio entro il 2012, anno in cui ospiterà i Giochi Olimpici. Un’iniziativa voluta direttamente dal sindaco che ha chiamato il progetto Capital Growth. Un titolo importante che, neanche troppo tra le righe, lascia passare il messaggio che la crescita degli agglomerati metropolitani sarà presto destinata a passare anche attraverso la formazione di nuove pratiche di agricoltura urbana atte a favorire il ritorno a quella tradizionale coincidenza tra il luogo della produzione e quello del consumo che per tanto tempo ha caratterizzato la sopravvivenza del sistema mondo.
Nel nostro paese numerose sono le realtà amministrative che in modo frammentato ma progressivamente crescente stanno promuovendo la conversione di spazi pubblici in orti gestiti dai cittadini. Altrettanto numerose sono le realtà private impegnate a favorire la nascita di un’ “ecologia urbana” dal basso: Eugea o Crepe urbane sono solo alcune di queste e dai loro siti è possibile ricavare anche numerose notizie utili per intraprendere iniziative di ciò che è stato definito guerrilla gardening.
È in atto quindi l’ inversione di quel flusso che per anni ha contraddistinto la cosiddetta era del progresso. La presenza di un orto nei pressi della propria casa è da decenni infatti uno degli elementi che differenzia maggiormente la campagna rispetto alla città oltre che le abitudini alimentari dei rispettivi abitanti: là la verdura fresca e genuina coltivata in casa, qua quella in scatola, spesso surgelata, acquistata nei supermercati. Oggi questa tautologia può essere ribaltata a favore di un progressivo ritorno alle origini.
In fondo non è poi così difficile trasformare un interno cortile, un pezzo di giardino, di balcone o di parco pubblico in un piccolo appezzamento di terreno nel quale coltivare qualche verdura e qualche albero da frutto con grande vantaggio per le nostre tasche e per la sostenibilità del sistema alimentare.
Non è necessario avere possedimenti da latifondisti o una formazione agraria per realizzare il nostro personale orto. A volte basta una griglia fatta di assi di legno profonda almeno 20/25 cm da appoggiare su una superficie di asfalto, secondo una disposizione orizzontale o verticale (a secondo delle disponibilità di spazio) e una buona dose di terriccio per far diventare lo sterile cortile di una palazzina o il tetto di una casa in un ottimo fornitore di insalata e verdure fresche. Un fine settimana di fai-da-te e l’orto è fatto.
Se si aggiunge che per concimare si può usare il compost domestico, avremo la possibilità di ridurre ulteriormente lo spreco e di sentirci nuovamente procacciatori del nostro cibo.